Agricoltura. Palombi-Trancassini (FdI): valorizzare Cerasa del Papa per difendere identità e storia della Sabina 

“La Ceresa del Papa è un prodotto di eccellenza della Sabina Romana, territorio a nord Est di Roma, dove è attiva da secoli la produzione di una pregiata qualità di ciliegie, coltivate secondo la leggenda già dal XIII secolo. Si racconta che nel 1200 gli abitanti di Palombara Sabina regalarono all’allora Papa Onorio IV un cesto di ciliegie: da quel momento presero il nome di ‘Cerese del Papa’ e nacque la tradizione di omaggiare i Pontefici, ogni anno, con il pregiato frutto della Sabina. Oggi, su impulso del Comune di Palombara Sabina e della Rete di imprese Produttori Agricoli di Frutta è stato istituito il marchio collettivo della Ceresa del Papa, con l’obiettivo di incentivare, qualificare e proteggere la produzione del frutto, contribuendo alla conservazione della tradizione e allo sviluppo locale. Ma anche allo scopo di incentivare la collaborazione tra Associazioni ed Enti per promuovere l’occupazione e l’imprenditoria del territorio, nonché per valorizzare il prodotto su scala nazionale e internazionale”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Palombi, sindaco di Palombara Sabina, nel corso della conferenza stampa ‘La cerasa del Papa’, di cui è stato promotore, a cui hanno partecipato tra gli altri, David Granieri, presidente Coldiretti Lazio, Massimiliano Di Carlo, Presidente della Rete di imprese produttori agricoli di frutta e il deputato di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini, Questore della Camera, che sottolinea: “Oggi celebriamo non solo l’eccellenza dei nostri prodotti tipici, ma anche la forza e la coesione delle comunità locali che custodiscono con orgoglio tradizioni secolari, saperi artigianali e valori autentici. La ‘Cerasa del Papa’ è molto più di una manifestazione: è un’occasione concreta per valorizzare un patrimonio culturale e produttivo che rappresenta il cuore pulsante dei nostri territori. In eventi come questo ritroviamo l’identità di un’Italia che sa innovare senza dimenticare le proprie radici, costruendo sviluppo a partire dalla propria storia.”

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