I membri di Avs sono diventati le parodie di loro stessi. Ora, infatti, nell’immaginario collettivo, grazie a personaggi come Salis, Soumahoro e Raimo, il membro di Avs medio è una persona che ama alzare al cielo i pugni chiusi dal balcone della casa da lui occupata mentre chiede a gran voce l’abolizione delle carceri, scegliendo nel frattempo quale ministro bisognerà “colpire come la Morte Nera”. Ma non generalizziamo: in Avs ci sarà qualcuno che invece non ha commesso nessuna delle azioni o dei reati divenuti un cliché. E invece, più si va avanti, più si scopre che anche gli altri membri di Avs hanno qualcosa che grava, se non sulla fedina penale, quantomeno sulla loro coscienza. Si è scoperto ad esempio che, dopo la Salis, anche Nicola Fratoianni, leader di Avs, occupò un immobile utilizzato dal suo partito, allora chiamato Sinistra Ecologia Libertà (Sel), costituendo un debito con l’Inps di 73mila euro.
Occupante di lunga data
Ora, dopo Salis e dopo Fratoianni, emerge un nuovo caso di occupazioni di immobili. Lo riporta Libero questa mattina in edicola: si tratta di Luca Blasi, assessore alla Cultura del III municipio di Roma, ovviamente per Avs, subentrato proprio al professor Raimo. Il nome di Blasi non è nuovo: l’assessore di Avs era infatti diventato famoso dopo il caso del manichino di Giorgia Meloni a cui è stato dato fuoco alcuni mesi fa, durante una manifestazione in piazza di alcuni centri sociali per commemorare Valerio Verbano, ucciso dall’estrema destra nel 1980. Blasi non solo non prese le distanze dal rogo, ma si disse persino grato di aver partecipato all’evento, senza mai smentire o almeno chiarire le sue parole. L’assessore, con delega anche al “Diritto all’abitare”, è un occupante di immobili incallito, da circa 15 anni. Si tratta, come il diretto interessato ha raccontato, di un alloggio abbandonato dall’Inps. Lui, con tanta faccia tosta, rivendica tutto: “Non l’ho mai nascosto e non me ne vergogno, perché la precarietà non è una colpa e le nostre battaglie le abbiamo condotte sempre alla luce del sole”. Massì, allora: occupiamo tutti le case altrui perché siamo precari, infischiamocene di diritti e leggi. La compagna, maestra e modello indiscusso, Ilari Salis, ci ha dato un bell’insegnamento in merito: “Non sempre quello che è giusto, è legale”. E allora evitiamo che sia la legge a dirci cosa dobbiamo fare: agiamo in virtù delle nostre pulsioni e scendiamo negli inferi dell’anarchia.
Cose da pazzi
Che lo faccia un militante dei centri sociali, un tale discorso reggerebbe pure. Sarebbe da condannare, ma non diresti mai a un artista di smettere di dipingere la sua opera d’arte: come occupano loro le case, nessun altro. Ma che la rivendicazione del fatto arrivi da un assessore (Blasi), da un deputato (Fratoianni) e da un’europarlamentare (Salis), dunque da rappresentanti dello Stato, la cosa fa indubbiamente accapponare la pelle. “L’attacco – ha detto Blasi – arriva proprio quando il governo di Giorgia Meloni, come ultimo atto delle sue politiche contro gli ultimi e i penultimi, si prepara a buttare in carcere chi occupa un immobile a scopo abitativo con il nuovo pacchetto sicurezza”. Siamo al paradosso: davvero, adesso, i cattivi sarebbero quelli del centrodestra per voler mandare in carcere chi occupa abusivamente immobili destinati ad altri? Cose da pazzi.