È un periodo strano per la politica italiana perché anche i più feroci critici dell’operato di Giorgia Meloni, oggi la lodano. L’altro giorno è stato il turno di Elodie, che ha riconosciuto il carisma della premier. Stavolta è toccato a Corrado Augias, il critico d’arte fresco fresco di novantesimo compleanno. Noto per le sue comparsate su La7 dove spesso profetizza sulla destra beccandoci in realtà poche volte (l’ultimo caso sul ritorno di Cecilia Sala in Italia), Augias ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera in cui, tra un aneddoto e un altro, gli viene chiesto il suo parere personale su Giorgia Meloni e su Elly Schlein. Si scopre così, in maniera inaspettata, una stima particolare per la premier italiana e un altrettanto inaspettato rigetto per la segretaria del Partito democratico.
“Meloni? Brava e sagace. Può vincere le prossime elezioni”
Andiamo per gradi e analizziamo prima le parole spese per il Presidente del Consiglio. “È brava – dice un insolito Augias -. Ha una determinazione ferrea figlia di un lunghissimo esercizio, altrimenti una ragazzina piccolina non si sarebbe fatta largo e non avrebbe finito per primeggiare in un partito di gente votata al culto della virilità, come molti neofascisti”. Eccallà, il richiamo fascista. Ma, quantomeno, ci fa capire che il tono delle sua parole non è canzonatorio. Ancora Augias: “Ha sagacia politica, cosa che le permette di tenere a bada due vicepremier politicamente famelici come Tajani e Salvini”. Gli viene chiesto, poi, se Meloni riuscirà in qualcosa di storico, ossia vincere le elezioni per la seconda volta di seguito, cosa che non è mai riuscita a nessuno: “Si capirà quest’anno” analizza lui, aggiungendo che la premier “ha tre nemici: l’Europa, il deep state, il debito pubblico. Se supera questi tre scogli, può arrivare alla fine della legislatura e vincere le prossime elezioni”.
Con ironia abbiamo raccontato questo repentino dietrofront di Augias. Ma in realtà le parole del critico d’arte non dovrebbero sorprendere perché, in primo luogo, ammette ciò che in molti vedono e sanno: l’eccezionale forza di Giorgia Meloni sta proprio nell’incredibile capacità di essere riuscita ad arrivare dov’è, si può dire, da sola, scalando un partito dalle radici profonde, arrivando ai vertici della Nazione solo e soltanto con il favore degli elettori, per lei l’unico modo valido per raggiungere il potere. E senza scheletri nell’armadio. Augias, poi, non sarebbe il primo ad effettuare un cambio di narrazione: c’è stata Elodie negli ultimi giorni, ma in realtà già in molti hanno riconosciuto le virtù di Meloni. Dalle femministe più importanti del globo ai membri di quell’Europa fino a qualche mese fa scettica contro la destra, forse imbambolati da una narrazione a cui avevano creduto senza porsi ulteriori domande. E probabilmente è proprio questo il problema di fondo: non approfondire la complessità di una persona e fermarsi a ciò che, spesso in malafede, si dice di lei. Perché non appena viene analizzata più nel dettaglio, si svelano gli altarini e si scopre un mondo nuovo.
“Schlein? Non rispondo. A sinistra manca qualcuno ‘di popolo’”
Passiamo a esaminare le parole spese per Elly Schlein. Se già Elodie aveva stroncato la leader del Pd criticando la sua carenza di carisma, caratteristica fondamentale se vuoi essere una femminista e una politica trainante, Augias non le manda a dire e si rifugia in un silenzio che vale più di mille parole. “Nel 2027 sarà Meloni contro Schlein?” gli chiedono. E lui: “Col vostro permesso, passerei alla prossima domanda”. Soltanto incalzato, il critico gli riserva qualche parola: “Seguo semmai con interesse il tentativo cattolico di mettere in piedi un centro federatore, capace di aggregare un’alternativa a questo centrodestra e soprattutto di trovare, di fronte a una personalità come quella di Giorgia Meloni, un’altra personalità così forte per provare a batterla alle elezioni”. Ma forse, è la sinistra il vero problema: “A sinistra, almeno per ora, non vedo nessuno che venga percepito come “di popolo””.