“Il bail-in crea più instabilità di quella che vuole risolvere” è così che si è espresso il vice direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta, intervenuto sabato scorso ad un convegno a Bologna per parlare di credito e sviluppo.
In sintesi Panetta, misurandosi sempre dietro un accademico e formale linguaggio consono ai Palazzi di Via Nazionale, ha detto che le regole europee rendono il nostro sistema bancario instabile.
“l’esperienza mostra che l’applicazione del bail-in rischia di minare la fiducia nelle banche e generare instabilità; – sono le sue testuali parole -non è un caso che le autorità in più paesi tendano a evitare di applicare tale strumento, sinora utilizzato sporadicamente. Avendo presente che le norme europee riducono drasticamente i margini per l’azione pubblica e che nella lunga fase di transizione le passività bancarie previste dalla BRRD per far fronte al bail-in non saranno pienamente disponibili, è auspicabile che un tale rischio sia tenuto in conto dal legislatore e dalle autorità responsabili degli interventi”.
E così dopo oltre 3 anni da quel novembre 2015, quando furono mandate in risoluzione Banca Etruria e company, impedendo al Fondo Interbancario di intervenire perché avrebbe costituito un illegittimo aiuto di Stato e dopo centinaia di miliardi di crediti deteriorati svalutati e ceduti su un piatto d’argento a società finanziarie, dopo le vicende di Popolare Vicenza e Veneto Banca, ma anche Monte dei Paschi di Siena, e chi più ne ha più ne metta, Banca d’Italia continua a recitare la parte di chi sembra essere appena giunto nella scena del delitto.
Le critiche al bail-in non sono sicuramente cosa nuova. Basti pensare a quanto aveva detto mesi fa lo stesso numero uno dell’ABI, Antonio Patuelli, quando ne aveva auspicato il cambiamento, in quanto contrario alla Costituzione italiana, che tutela il risparmio.
Ma ormai la crisi bancaria in italia sta diventando una voragine, se ne continua a parlare ma non si fa nulla. E le lacrime di coccodrillo non servono certo a rimediare le cose, anche perché ci sembra che Banca d’Italia in questa vicenda non abbia certo dato un grande esempio del suo operato.