Capodanno, la pratica islamista delle molestie collettive: spuntano altre vittime. FdI: “Bene indagini della Procura”

Taharrush Gamea” in arabo è la locuzione che indica il fenomeno della molestia collettiva. Ed è questa l’ipotesi su cui gli inquirenti indagano riguardo i fatti della notte di Capodanno, in piazza Duomo, a Milano, luogo sacro per i cristiani, diventato per una notte arena di molestie e di cori irrispettosi verso l’Italia. Decine di immigrati, soprattutto nord-africani, di prima e di seconda generazione, hanno accerchiato diverse donne secondo una pratica che prevede un vero e proprio assedio nei confronti della donna scelta, che per interminabili minuti è costretta a subire nella speranza che non si vada oltre. La denuncia è partita dalla studentessa belga che si trovava a Milano quella notte la quale, dopo aver raccontato tutto in un’intervista qui in Italia, ha denunciato l’accaduto alle autorità in patria, accendendo dunque le procedure europee e permettendo ai colleghi milanesi di avviare le indagini. “Ero atterrita, sono stata trascinata da una parte all’altra da un fiume di uomini, 30 o 40 in tutto, non riuscivo ad uscire” ha raccontato la studentessa. Dalle immagini analizzati dagli inquirenti, si denotano in effetti tutte le caratteristiche della molestia collettiva, come ad esempio il “muro umano” e il movimento “ondulatorio” di quella pratica.

Ma la questione si complica, perché la giovane belga non è stata l’unica vittima di quella notte. Diverse altre donne si sono dette disposte a denunciare i fatti: la prima è una donna italiana, mentre una donna emiliana sarebbe stata aggredita mentre si trovava con il compagno. Inoltre, ci sarebbe una vittima sudamericana e poi anche una coppia di inglesi. Dunque, il quadro è molto più tragico del previsto e pesa il silenzio della sinistra che pure amministra la città e che per scelta ha lasciato priva di eventi una delle piazze più importanti della Nazione, malgrado già in passato (era il Capodanno del 2022) si ebbero episodi simili. Nel silenzio di progressisti e femministe, colpiti dall’ennesimo cortocircuito interno: difendere il sesso debole o il folklore delle giovani risorse? Che domande, non c’è nemmeno storia…

FdI: “Chiesta interrogazione. Abbiamo sempre avuto ragione”

Alla notizia del continuo aumentare di vittime, ha reagito Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo: “È l’ennesima conferma delle aggressioni da parte di immigrati di seconda e terza generazione. Una conferma che mette i brividi e che richiede una condanna netta da parte di tutte le forze politiche” ha scritto su Facebook Fidanza. Sandro Sisler, senatore di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Giustizia, si è ricollegato anche alla vicenda di Ramy, l’egiziano morto dopo non essersi fermato a un posto di blocco dei Carabinieri: “Il sindaco Sala e la sinistra milanese, che in questi giorni hanno taciuto sulle violenze e i vandalismi della notte di Capodanno in Piazza Duomo, non perdono occasione per attaccare l’Arma dei Carabinieri. In tutto il mondo, dalla Svezia al Marocco, chi non si ferma a un posto di blocco viene inseguito e fermato anche con metodi ben più violenti. Il Partito Democratico, invece di commentare il comportamento dei nostri uomini e donne in divisa, pensi a governare una città ormai fuori controllo”. Promette battaglia, infine, Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito: annunciando un’interrogazione al ministro Piantedosi sulle “iniziative intraprese e su quelle che si intendono intraprendere per chiarire i contorni di un modus operandi violento, che mette a rischio la sicurezza delle donne e che tradisce radici nel radicalismo islamico”, Kelany ha spiegato che da anni “Fratelli d’Italia denuncia queste vicende, anche con interrogazioni parlamentari presentate durante i precedenti governi. Oggi finalmente lo Stato dà la giusta risposta, e la magistratura coraggiosamente indaga. Grazie anche alla forte presenza delle forze dell’ordine e alla solerzia del ministero dell’Interno a Milano si è riusciti a contenere ciò che sarebbe potuto diventare una tragedia ben più grave e siamo soddisfatti del fatto che quattordici persone siano state identificate e due irregolari immediatamente rimpatriati per gli insulti e le invettive in piazza. La notizia che la Procura di Milano stia indagando, seguendo la pista della violenza di gruppo di stampo islamista, è la dimostrazione che abbiamo sempre avuto ragione”.

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