Ennesimo fatto di cronaca, accaduto in provincia di Rimini, con protagonista un uomo immigrato egiziano, che ha seminato il panico durante la scorsa notte, aggredendo i passanti armato di coltello. Il tutto è accaduto a Villa Verucchio, una frazione del comune di Verucchio, a una decina di chilometri dal capoluogo di provincia romagnolo. Sono quattro le persone che sono state aggredite e ferite dall’immigrato. Il primo è un 18enne, colpito alle spalle dall’uomo, e in un secondo momento avrebbe accoltellato altre tre persone, anche alcuni anziani, che sono stati prontamente ricoverati nelle strutture ospedaliere di Rimini e Cesena.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri per fermare l’aggressore, il 23enne egiziano che ovviamente avrebbe reagito all’alt dei militari, tentando di accoltellare anche alcuni agenti. Sarebbe scoppiato l’alterco, con un agente che avrebbe sparato un colpo in aria per intimidire l’egiziano, senza però successo. Poi il colpo fatale, con il carabiniere che nel tentativo di difendersi dall’aggressione, avrebbe ucciso il nordafricano. Fa sapere l’Adnkronos che adesso l’agente in questione è indagato per eccesso di difesa. L’agenzia di stampa riporta anche le testimonianze di uno dei ragazzi aggrediti: “Ci seguiva con il coltello in mano, ha colpito un mio amico alla pancia e un altro al fianco. Noi scappavamo e lui dietro che ci inseguiva. Siamo corsi verso la piazza ma poi abbiamo attraversato la strada per tornare indietro, non volevamo che ci seguisse tra la folla, sarebbe stato un disastro”.
Era arrivato illegalmente in Italia
Ecco, dunque, l’ennesimo caso di ordinaria follia. L’egiziano pare essere giunto in Italia nel 2022 tramite canali irregolari e si trovava sotto la protezione di una cooperativa sociale, inserito in alcuni corsi di avviamento sociale percependo anche alcune somme di denaro. Non si sa se il giovane ha agito con un movente islamista, le indagini chiariranno questo punto, ma è stato scoperto che durante l’aggressione l’egiziano era in possesso di una copia tascabile del Corano e di una misbaha, la tipica collana di preghiera dei musulmani. Niente di nuovo, insomma. Casi come questo si moltiplicano in tutta Europa, solo ieri abbiamo riportato la notizia di una vicenda del tutto simile avvenuta a Berlino, in quella Germania alle prese continuamente con episodi del genere, come i casi di Magdeburgo e di Solinghen. Il problema sicurezza è rilevante e non va ignorato né minimizzato. I fatti di Rimini ci raccontano che persino le periferie meno affollate possono essere oggetto di azioni criminali. E sarà soltanto un caso che Muhammad Sitta – questo il nome del giovane aggressore – sia di nazionalità egiziana, una di quelle su cui le toghe rosse hanno insistito maggiormente nella loro lotta ai decreti del governo e alla lista dei Paesi sicuri. Se magari tutto avesse funzionato per il meglio già dal principio, il clandestino egiziano non sarebbe mai arrivato in Italia e non avrebbe mai cercato di accoltellare e di ammazzare (per fortuna senza riuscirci) alcune persone, rovinando il loro periodo di festività natalizia. Siamo nel campo dei se, delle ipotesi a posteriori. Ma in realtà sarebbe meglio prevenire, piuttosto che curare…