A pochi giorni dal cinquantesimo anniversario dall’assassinio dei fratelli Mattei, Virgilio e Stefano, rispettivamente di 22 e 8 anni, c’è chi minimizza. È Gad Lerner che si è cimentato in un paragone assolutamente improprio. Cosa hanno a che fare le due vittime del rogo di Primavalle con chi nel 1943 non abiurò al fascismo? Si direbbe assolutamente nulla e non è solo una questione di epoche.
I figli di Mario Mattei dormivano nel proprio letto mentre i sicari di Potere Operaio gli rovesciavano la benzina sotto la porta di casa. Non hanno imbracciato un fucile né alcuna ideologia nel nome di cui combattere e morire. Quando il fuoco li ha sorpresi stavano semplicemente sognando. Concetti che all’ex militante di Lotta Continua, guarda caso, sembrano sfuggire. E così, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita, ha sentenziato: “Il 25 aprile arriva 30 anni prima degli anni Settanta e c’è questa distorsione per cui non si guarda, anche in termini di proporzione, i morti. I fratelli Mattei: grande rispetto, ma nella resistenza per darci la libertà sono morte decine di migliaia di partigiane e partigiani…”.
Insomma, Lerner mistifica la storia senza che nessuno lo sconfessi. Lo fa contrapponendo le due vittime del rogo di Primavalle ai partigiani. Come fossero espressione di due opposte fazioni. Come se quei poveri ragazzi avessero la lettera scarlatta del fascismo cucita sull’uniforme. E in più: quanto orrore nella pesa dei morti e in quella congiunzione (“ma”) messa lì come una giustificazione. Appositamente per ricordarci che nonostante il passare degli anni alcune vite varranno sempre meno di altre. Il Giornale se ne è accorto e gli ha dedicato un bel pezzo di denuncia.