La Grecia, lo scorso anno, è uscita dal programma di assistenza finanziaria dell’Unione europea.
Nonostante ciò i 4,8 miliardi, che dovrebbero rientrare nelle casse greche, sono ancora fermi a Bruxelles.
Per averli Atene deve concludere un programma, composto da 16 misure decise dall’Ue, che prevede il via libero al pignoramento della prima casa.
Prima casa pignorabile
Il 29 Marzo, sebbene il governo Tsipras abbia già messo in atto ben 13 delle 16 misure pattuite, il Parlamento greco ha approvato la modifica della cosiddetta legge Katseli che impediva l’esproprio della prima casa.
La riforma prevede il pignoramento della prima abitazione, fino a 250mila euro, a condizione che il debitore abbia un reddito non superiore a 12.500 euro se single, e a 20mila euro se coniugato.
Crolla, per molti greci, l’ultima sicurezza rimasta. La Grecia è, da anni, teatro di uno scenario catastrofico in cui si è assistito, passivamente, alla vendita e alla privatizzazione di porti, aeroporti e persino delle isole.
Così, dopo i tagli degli stipendi e delle pensioni, si spegne l’ultimo baluardo, ovvero la proprietà delle prima casa.
La riforma, proposta dal governo Tsipras, stabilisce che nel caso in cui il debitore voglia evitare il pignoramento della prima casa, si dovrà impegnare a pagarne il 120% del valore commerciale con un tasso d’interesse pari all’Euribor a tre mesi, più il 2%.
Il ricatto
La Banca centrale europea dovrebbe, entro Giugno del 2022, far rientrare nei fondi della Grecia 4,8 miliardi.
Nonostante le 13 riforme che Tsipras ha prontamente approvato, rispetto alle 16 pretese dall’Eurogruppo, la prima tranche da 970 milioni è stata bloccata. All’Europa delle banche non basta un 13 su 16 e, insiste sull’abolizione della legge Katseli. Tra le modifiche presentate all’Ue non compare, infatti, l’abolizione della legge che impediva i pignoramenti della prima casa.
Si stima che la legge Katseli avrebbe salvato, dal pignoramento dell’abitazione principale, circa 135mila famiglie, il cui debito con le banche ammonterebbe a 17 miliardi di euro.
Il Parlamento greco ha dovuto gettare la spugna e si è trovato costretto ad assecondare le richieste presentategli. Adesso l’Eurogruppo ha finalmente sbloccato il trasferimento verso le casse della Grecia, di poco meno di 1 miliardo di euro.
Finirà qui?
C’è da chiedersi: si sarà placata questa sete di denaro a discapito dei popoli europei?
Intanto nelle ultime ore arrivano i primi campanelli d’allarme da parte del Fondo Monetario Internazionale:
“Forti riserve su parte delle riforme delle tasse che abbiamo visto in giro” in Italia. Lo afferma Poul Thomsen, responsabile del Dipartimento Europeo del Fmi.