Il Superbonus e i castelli fantasma 

Più di un milione di euro di soldi pubblici per ristrutturare immobili spariti nel nulla

Il Superbonus colpisce ancora. Ben otto castelli sono stati ristrutturati grazie alla misura voluta dal governo Conte: costo complessivo che sfora il milione e costo medio di 135mila euro. Il motivo di queste ristrutturazioni? Gli otto castelli sarebbero patrimonio culturale della nazione, testimoniato dal fatto che sono aperti al pubblico. Il problema è che nessuno sa dove si trovino e quali siano. Il giornale “Il Foglio” scrive al Ministero della Cultura per chiedere delucidazioni, la risposta è che il Ministero “non è in possesso dei documenti oggetto dell’istanza”. 

La storia dei castelli diventati dimore storiche

Una storia tutta italiana che inizia nel 2020 con il dl Rilancio: “Tutti potranno ristrutturare le loro abitazioni per renderle più green, non si spenderà un soldo per queste ristrutturazioni”, dichiara l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Poco dopo il Pd, nella legge di conversione, fece estendere la misura anche alle seconde case. Poi intervenne Franceschini (Pd), l’allora ministro della Cultura, che estese l’Ecobonus ai castelli, diventati di punto in bianco dimore storiche. L’unico requisito per usufruire del bonus era che i castelli fossero aperti al pubblico, non serviva che gli immobili fossero riconosciuti dal ministero della Cultura con appositi accordi o convenzioni, bastava “un atto di impegno” con il quale i proprietari si assumevano “l’obbligo” di aprire al pubblico la dimora storica per almeno dodici giorni l’anno e “per almeno cinque anni”. Per ristrutturare il castello di famiglia bastava l’auto-dichiarazione e nonostante questo i controlli sugli “atti di impegno” non vennero mai fatti, creando i castelli fantasma. Infatti, come riportato da “Il Foglio”, nessuno degli organi preposti è al corrente dell’ubicazione dei castelli: il Ministero della Cultura non è in possesso dei documenti, l’Associazione Dimore Storiche Italiane dice di non saperne nulla, le Soprintendenze (uffici competenti territoriali) cadono dalle nuvole. 

Anche all’estero ridicolizzano la misura 

Il Superbonus ha colpito ancora, stavolta con la ristrutturazione dei castelli di famiglia, diventati dimore storiche e dimenticati da tutti. Una misura tutta italiana che ora sta avendo risonanza anche all’estero. Il professore Luis Garicano, della London School of Economics, ne parla in questi termini: “Come bruciare 220 miliardi di euro”. Marginal Revolution, blog economico statunitense, definisce il Superbonus “la politica fiscale più stupida degli ultimi tempi”. Eurointelligence, sito specializzato negli affari europei, lo definisce “il più grande e stupido schema fiscale mai inventato al mondo”. In Italia il governo Conte sarà ricordato come il più grande scialacquatore di soldi pubblici nella storia repubblicana, all’estero come il più impreparato.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati