Con una lettera indirizzata agli Americani, come anticipato da diversi rumors, Joe Biden ha comunicato la sua intenzione da ritirarsi dalla corsa per la rielezione alla Casa Bianca.
“Credo sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese, fare un passo indietro e concentrarmi solamente nell’adempiere ai miei doveri di Presidente fino al termine del mio mandato” così in un passaggio della lettera del Presidente Biden che ha aggiunto che nel corso della settimana, con un messaggio alla Nazione, spiegherà le motivazioni della sua scelta.
Non succedeva dai tempi di Lyndon Johnson che un Presidente si ritirasse dalla corsa per la rielezione, sicuramente la prima volta di un ritiro così ravvicinato al giorno del voto: mancano 105 giorni all’election day e meno di un mese alla Convention Democratica di Chicago.
L’endorsment per Kamala Harris
Joe Biden, con post su X, ha confermato il suo sostegno all’attuale VicePresidente Kamala Harris: sempre nella giornata di ieri è stata notificato alla Commissione Federale per le elezioni il cambio del nome del comitato elettorale da “Biden for President” a “Harris for President” in modo da poter agevolare il trasferimento dei fondi e delle donazioni ottenute, si parla di una liquidità di circa 96 milioni di dollari, cosa succede se Kamala Harris non dovesse ottenere la nomination da parte della Convention democratica? Parte dei fondi potrebbe essere trasferita al Partito Democratico, seppur con delle limitazioni e una parte restituita ai donatori.
È infatti importante sottolineare che l’endorsment di Joe Biden, non rende Kamala Harris automaticamente la candidata del Partito Democratico: sarà infatti il voto dei delegati alla Convention ha designare il front runner per la corsa alla Casa Bianca.
Alla Convention DEM di Chicago hanno diritto di voto 3.949 delegati, nel corso delle primarie svoltesi dal 23 gennaio all’8 giugno scorso, Joe Biden ha ottenuto 3.905 delegati: non è da trascurare il fatto che i delegati non hanno alcun obbligo nei confronti dei candidati, se non il dovere di rappresentare quanto più possibile il volere degli elettori. Eventuali altri candidati che intendano confrontarsi con Kamala Harris, dovranno raccogliere il supporto di almeno 300 delegati. Questo significa che una parte dei delegati potrebbe orientarsi verso un candidato differente.
Kamala Harris attualmente, oltre all’appoggio del Presidente Biden, può contare sull’appoggio di Bill e Hillary Clinton, del Governatore della California Gavin Newsom, Josh Shapiro Governatore della Pennsylvania ed Alex Soros, figlio del magnate George Soros.
Al momento non si sono espressi altri grandi nomi del Partito Democratico, come Nancy Pelosi speaker emerita della Camera dei rappresentati, i leader democratici della Camera e del Senato, ed anche l’ex Presidente democratico Barack Obama al momento preferisce attendere che il partito democratico ritrovi la sua unità prima di un eventuale appoggio ad Harris.
Le reazioni e i sondaggi
Non sono mancate le reazioni al passo di lato di Joe Biden, se da una parte c’è chi ne tesse le lodi e lo ringrazia per aver anteposto l’interesse nazionale rispetto alle proprie ambizioni personali, dall’altra – specie tra i repubblicani – c’è chi si chiede come possa una persona che non è in grado di affrontare una campagna elettorale a governare per altri 5 mesi: il mandato presidenziale termina ufficialmente il 20 gennaio 2025.
Secondo gli ultimi sondaggi disponibili, in un ipotetico confronto tra Trump ed Harris, l’ex Presidente risulterebbe ancora essere avanti rispetto la VicePresidente Harris. I dati sul gradimento sull’operato della Vicepresidente Harris, però non sono incoraggianti, secondo un sondaggio commissionato da l’Economist il 51% degli americani non ne approva l’operato.
E ora gli occhi sono puntati sui prossimi step della campagna elettorale, dal messaggio alla Nazione di Joe Biden atteso per fine di questa settimana, a come intenderà arrivare alla Convention il Partito Democratico: affrontare una convention aperta che potrebbe riservare dei colpi di scena o trovare l’unità nella figura di Kamala Harris? E ancora, la scelta da affrontare sul candidato democratico alla vicepresidenza che potrebbe determinare il voto in alcuni Stati chiave fino ad oggi in bilico come la Pennsylvania, il Michigan, il Wisconsin.