Sono da trenta anni nel campo farmaceutico con varie mansioni e per i primi dieci anni sempre a stretto contatto con la classe medica italiana.
Ho partecipato direttamente ed indirettamente al ritiro di diversi farmaci che pur avendo passato con successo le classiche fasi sperimentali (fase 1,2 e 3) , essendo approdati sul mercato avevano evidenziato effetti collaterali gravi che avevano portato al loro ritiro dal mercato.
Il tutto, in alcuni casi, con grave danno d’immagine delle case farmaceutiche in questione presso la classe medica ed in specifiche situazioni con danni economici rilevanti a danno del produttore che chiaramente si doveva assumere ogni responsabilità del danno prodotto.
Ricordo benissimo il caso del Vioxx al cui lancio sul mercato italiano partecipai in prima persona sul mercato italiano. Per un certo periodo le mie aree di competenza furono le prime per risultati di vendita e tutto grazie ad un lavoro serio d’informazione con la classe medica che apprezzava le mie presentazioni equilibrate dei farmaci. Il vioxx era un antinfiammatorio che non dava come effetto collaterale il bruciore di stomaco come gli altri antinfiammatori presenti sul mercato. Ma come tutti gli antiinfiammatori non si prestava all’uso cronico (più di due -tre mesi di terapia). Questo perché tutti gli antiinfiammatori non steroidei alla lunga producono rialzi di pressione e quindi in ultima analisi danni cardiovascolari.
La dirigenza della MSD dell’epoca non si accontentò di un buon successo commerciale e volle strafare ordinando un serio studio scientifico sull’uso cronico del prodotto. Risultato? Studio interrotto per eventi cardiovascolari non fatali nel gruppo di trattamento.
Conseguente ritiro del prodotto dal mercato e danno economico per risarcimenti ai colpiti da infarti non fatali.
Tutto questo avvenne nell’arco di forse tre-quattro anni dal lancio del prodotto. Io avevo lasciato l’azienda già dopo il primo anno dal lancio del prodotto, emigrato in Scandinavia ed iniziato a fare il farmacista nel loro sistema sanitario e gestii il ritiro del prodotto al dettaglio nel nord Europa.
Mi sono dilungato nella narrazione per spiegare al lettore in pratica come funziona normalmente il meccanismo di commercializzazione ed eventuale ritiro dal mercato di un farmaco.
Questa prassi non sta accadendo per il vaccino anglo-svedese Astra Zeneca. In realtà sarebbe più giusto (come insegna il Prof. Tarro) parlare di terapia antigenica visto che il Covid-19 non è mai stato isolato. In quanto questi “vaccini” stimolano una risposta immunitaria simile a quella prodotta nel nostro organismo nel suo contatto con le lipoproteine prodotte dal Covid-19.
In Inghilterra ci sono state oltre 270 morti successive alla vaccinazione, il collegamento non è certo me nemmeno escluso. La situazione in Italia la conosciamo con 5 morti collegabili alla vaccinazione. Ma lo stesso dicasi in Norvegia e via dicendo. Teniamo conto che parliamo di un prodotto dove la casa produttrice non si assume responsabilità legali-economiche in caso di eventi avversi. Cioè l’esatto opposto del caso sopra descritto.
Dal mio punto di vista professionale è interessante vedere come la pressione politico-mediatica incide su decisioni che teoricamente dovrebbero essere immuni da sollecitazioni.
La classe medica è divisa, spesso minimizza, mentre il governo si affida ai professionisti che seguono la sua linea. Il nostro virologo più quotato in ambito internazionale con due nomine al nobel della medicina e 50 anni di clinica medica nel campo della virologia alle spalle il Prof. Giulio Tarro faceva notare alcune cose che mi permetto di citare:
1) “La quarantena come il diffuso uso delle mascherine non ha effetto su un virus che ormai si avvia ad essere endemico”
2)”Come attestato dai pochi dati resi pubblici dalle case farmaceutiche che li producono, gli attuali vaccini non garantiscono una immunità perenne né, tanto meno, una “immunità sterile” al vaccinato che continua, quindi, a trasmettere il virus. Promettono soltanto di ridurre i sintomi dell’infezione; sintomi che nel 90-95% degli “infettati” addirittura non si manifestano. Sarebbe stato logico, quindi, che ad essere vaccinati fossero solo gli anziani nei quali l’insorgere del Covid rappresenta un reale pericolo. Si è scelto, invece, una vaccinazione di massa che – oltre a moltiplicare i rischi, inevitabilmente connessi ai vaccini – non garantirà una pur provvisoria immunità di gregge; neanche se, centuplicando gli sforzi, si riuscisse a vaccinare tutti gli italiani in una settimana, e non in un anno e mezzo, come oggi si prevede.”
Ed infine per la gestione della emergenza propone il Prof. Tarro
3)”Intanto, invece degli inaffidabili tamponi disseminati senza alcun criterio dalle Regioni per mettere in isolamento i “contagiati” e annunciare fantomatici “focolai di Covid”, una stabile struttura di monitoraggio del contagio gestita dalla Stato che miri ad accertare il livello di immunità acquisita. Poi, fine del deresponsabilizzante mercanteggiamento tra “esperti”, comitati, Regioni, e Governo per stabilire il da farsi; meglio, invece, un unico epidemiologo alla direzione sanitaria dell’emergenza. In più, una reale protezione per le categorie a rischio garantendo, soprattutto, la ripresa delle visite domiciliari e ambulatoriali. Basta, poi, con il terrorismo mediatico e l’estromissione di opinioni critiche. E basta anche con la censura: tutta la documentazione relativa all’emergenza (ad esempio: le cartelle cliniche dei “morti per Covid”, gli studi scientifici che supportano la gestione dell’emergenza, i motivi dell’esclusione/inserimento di farmaci o terapie, o i contratti con aziende farmaceutiche) deve essere messa subito a disposizione del Parlamento, dei ricercatori e del pubblico. Non mi illudo comunque che, senza un grande movimento di opinione, queste misure possano essere adottate a breve. Anche perché oggi la gente si è ridotta a credere che se non funzionano i lockdown la colpa è di qualche sciagurato che si abbandona alla movida e accetta quanto dichiarato da Antony Fauci, e cioè che, pur con le vaccinazioni, dovremo indossare la mascherina all’aperto almeno fino al 2023. La verità è, che, purtroppo, sta scomparendo la speranza di potere tornare alla nostra vita. Una speranza che, invece bisogna riaccendere. Anche per questo ho fatto mettere sulla copertina del mio libro due innamorati che si tolgono la mascherina.”
Concludo, le vaccinazioni andrebbero fatte prevalentemente agli anziani ed alle categorie a rischio e sempre su base volontaria visto l’oggettiva fretta con cui sono stati approntati questi farmaci e visto che anche i vaccinati sono potenzialmente contagiosi.
Le quarantene di massa sono perfettamente inutili nella situazione attuale
il virus è tra noi e ci resterà. Chiudere tutto non farà altro che aggiungere i suicidi per disperazione.