Emmanuel Macron già detta la linea. E lo fa senza grosse remore: “L’Italia merita dirigenti all’altezza” e quando lo dice, intende che siano ai suoi ordini. “Chi era in testa nelle ultime elezioni politiche? Il Movimento 5 Stelle, che poi ha deciso di governare con Salvini. E ora chi è il grande perdente dell’ultima fase? Di Maio… Pensare che allearsi con l’estrema destra sia un modo di reinventare la politica non funziona. Lo vediamo altrove, non funziona mai”.
Nella delicata fase delle consultazioni i poteri stranieri già allungano le mani sul governo italiano sperando di influenzare le decisioni del nostro Presidente che però già minaccia di non fidarsi del possibile esecutivo giallo-rosso.
Il voto sembra essere la scelta più ovvia e saggia da percorrere. Come già invocato da Fratelli d’Italia anche Berlusconi oggi ha dichiarato che intende andare alle urne. Solo il Pd, attraverso tutti i poteri di persuasione che possiede, cerca di spingere verso un governo “politico” voluto solo da loro. Forti dell’appoggio di Macron intendono indirizzare le politiche di riforma in direzione europeista e il Movimento 5 stelle sta lì a guardare. Che fine hanno fatto le buone intenzioni dei grillini? Come si fa a governare con un partito sulla cui demolizione è nata la propria forza?
Per la Francia ma anche per la Germania si paventa la grossa opportunità di riavere dalla loro parte un’Italia amica che appoggi le loro posizioni. Posizioni che non guardano solo all’Unione europea, ma a dinamiche di potere ben più ampie. Negli ultimi mesi il duro scontro tra Salvini e Macron su quasi tutti i temi di politica estera, dalla crisi migratoria alla Libia nasceva dalla precisa volontà di colpire il governo in modo da ottenere una nuova leadership che fosse più gradita. Oggi si raccolgono i frutti di quella campagna e il capo dell’Eliseo già si sfrega le mani.
È per questo ed altri motivi che oggi Giorgia Meloni a margine della consultazione con il Capo dello Stato ha detto: “Si prende in considerazione l’ipotesi di mettere in piedi governi eterodiretti dalla Francia e dalla Germania e da interessi di nazioni straniere”. Bisogna tirarsene fuori, fare questa scelta nel 2011 ci costò carissimo.