Gli italiani, si sa, sono un popolo di calciofili: non c’è quasi giorno, infatti, che non si commenti, con competenza o meno ma spessissimo in modo anche fin troppo appassionato, le ultime azioni della propria squadra del cuore. Senza contare il fatto che quando gioca la Nazionale, spuntano come funghi alle finestre tricolori che, in altre occasioni più patriotticamente meritevoli, non vengono nemmeno considerati.
Eppure, bisognerebbe ricordarlo più spesso, non di solo calcio vive l’uomo. O almeno così dovrebbe essere, perché lo sport in quanto tale, oltre ad essere un bene per il fisico, è un ottimo percorso di crescita personale ed interiore. E anche un modo per comprendere e far comprendere cosa conta veramente nella vita.
L’esempio più efficace di tutto questo lo abbiamo recentemente avuto dai nostri atleti paralimpici che, a Parigi 2024, hanno ottenuto dei successi straordinari. Incontrandoli nella capitale francese, il premier Giorgia Meloni ha sottolineato che rappresentano “un grande insegnamento per tutti gli italiani” perché “raccontano una cosa molto bella: i limiti sono soprattutto nella nostra testa. Se abbiamo la forza di superarli, possiamo scoprire cose che non avremmo mai immaginato”. Su questa stessa linea il tenente colonnello Gianfranco Paglia, che rivolgendosi ai componenti del Gruppo sportivo paralimico della difesa dice che “voi siete un valore aggiunto perché grazie alle vostre esperienze di vita noi possiamo crescere e viceversa. Tutto aiuta a migliorare e questa si chiama inclusione. La disabilità non è un limite ma un punto di partenza”.
Per rendersi conto di quanto queste affermazioni siano vere, basta guardare alcuni video delle competizioni a cinque cerchi, con protagonisti i nostri atleti paralimpici e non solo: commuovono per la fierezza, l’impegno e l’orgoglio dei partecipanti. Pensiamoci quando ci facciamo prendere dallo sconforto per i piccoli ostacoli che affrontiamo nel nostro quotidiano.