Puglia, firmato l’ultimo accordo di Coesione: la strategia vincente di Giorgia Meloni

Solo ieri era arrivata la firma dell’accordo di Coesione tra il Governo centrale e la Regione Sardegna, con la partecipazione del nuovo governatore Alessandra Todde e della premier Giorgia Meloni. Questa mattina, il Presidente del Consiglio ha raggiunto la città di Bari, per siglare l’ultimo accordo di Coesione, nella nuova strategia, intrapresa dall’esecutivo, di formare degli accordi ad hoc con ogni singola amministrazione regionale, comprese le due province autonome di Trento e Bolzano, per indirizzare i fondi che l’Europa mette a disposizione verso una strategia chiara e univoca, fondata su specifici interventi, pochi ma mirati. E, soprattutto, per evitare inutili sprechi e sperperi di danaro, che avrebbero comportato la perdita dei fondi e la loro restituzione all’Unione europea.

Meloni: “Sud locomotiva d’Italia”

A Bari, oggi, il Patto ha previsto lo stanziamento di circa 6 miliardi di euro tra Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) e Programma operativo complementare. Meloni, che ha incontrato il governatore pugliese Michele Emiliano nel palazzo del Consiglio regionale in via Gentile, ha tenuto a precisare che il Sud, quest’anno, è tornato a essere la “locomotiva d’Italia”. E questo grazie a tanti risultati: “Un Pil che cresce dell’uno per cento in più nelle regioni del Mezzogiorno rispetto a quanto sia la media nazionale, una occupazione che cresce nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia più di quanto cresca a livello di media nazionale, le aziende del sud fondamentali nel rilanciare l’export italiano l’Italia, quest’anno, per la prima volta, quarta nazione esportatrice al mondo. Crescono le società di capitali, crescono le piccole e medie imprese”.

Meloni ha anche sottolineato la centralità della Puglia quest’anno in ambito internazionale, con l’arrivo dei grandi leader mondiali a Borgo Egnazia, in occasione del G7: “La presidenza italiana è stata tanto contenta di questo anno ma passiamo adesso questa responsabilità ai nostri colleghi canadesi. Non è un caso che l’ultima ministeriale del G7 a presidenza italiana, quella sulla Salute, e voglio salutare e ringraziare tutti coloro che a Bari oggi ci stanno lavorando, perché ci siamo un po’ sovrapposti, torni a svolgersi in Puglia. Quindi la Puglia è stata assoluta protagonista di un anno nel quale l’Italia è stata protagonista”.

Le lodi alla strategia di Meloni

In questo lavoro di fitta intelaiatura di accordi, il governo di Roma ha dimostrato di saper aprirsi al dialogo anche con le amministrazioni di centrosinistra. Anche con quelle che inizialmente hanno opposto resistenza, con un accordo che sembrava quasi improbabile da ottenere. Oggi, a Bari, è stato lo stesso Emiliano (non certo uno di destra) ad apprezzare il lavoro svolto dalla premier: “La tua presenza e il tuo incoraggiamento – ha detto il dem – sono determinanti per mantenere queste premesse trasformandole in definitivo superamento della questione meridionale, come questione nazionale del suo sviluppo diseguale, restituendo all’Italia il ruolo di grande protagonista della scena internazionale”. D’altronde, proprio nella sigla dei vari accordi di Coesione, Meloni è riuscita a ottenere il favore anche della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che giunse in Emilia Romagna, la Regione di Stefano Bonaccini, per confermare il suo appoggio al governo italiano e alla popolazione romagnola, devastata dopo le tragiche alluvioni.

Gli effetti positivi di questa strategia, di questa apertura a 360 gradi, di questo dialogo intenso con tutti gli attori in campo, sono effettivamente arrivati. Meno sprechi, più risultati: fu ad esempio il The Economist a lodare il cambio di passo del Governo Meloni rispetto all’utilizzo dei fondi da parte degli esecutivi precedenti. La premier, secondo il quotidiano britannico, “ha centralizzato – si legge – il processo decisionale, limitando il coinvolgimento degli enti locali, e ha speso una parte maggiore del denaro in sussidi volti a promuovere gli obiettivi del Recovery Fund, come rendere l’Europa più verde e più digitale. Ciò richiede meno capacità tecnica e amministrativa.  E dovrebbe essere in grado di garantire che i soldi vengano spesi più velocemente”. Tutto ciò, infine, lodando la rinascita del Sud e l’utilizzo virtuoso dei fondi: “Su questo fronte l’Italia ha fatto bene”. Forse, anche e soprattutto questi risultati sono valsi per ottenere la vicepresidenza esecutiva dell’Unione, proprio con deleghe su Riforme e Coesione: “Voglio dire a Fitto che sono orgogliosissima del lavoro che ha fatto come ministro e di quello che farà come vicepresidente della Commissione. Particolarmente, deve essere orgogliosa la Puglia che oggi esprime il vicepresidente esecutivo dell’Europa intera”, ha concluso la premier.

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