I buonisti fanno dietrofront sui migranti e i grandi Paesi dell’accoglienza, guidati da socialisti e liberal da sempre contrari alla presunta svolta anti-umanitaria del governo italiano, ora seguono tutti il modello di difesa dei confini e di lotta agli ingressi clandestini. Se prendiamo in considerazione i dati emanati da Eurostat in riferimento al periodo dell’anno che va da giugno a settembre, l’Europa ha accelerato e aumentato le procedure di rimpatrio. Senza che, nei rispettivi Paesi, qualche giudice decidesse di emanare un decreto per evitare che ciò avvenisse. Non è l’Italia, del resto, e al governo non c’è la destra di Fratelli d’Italia, che dà fastidio.
Afghanistan, Siria, Iraq: altro che Paesi sicuri
La notizia vera è che i rimpatri sono stati rinforzati proprio verso quei Paesi che, se il governo italiano avesse inserito all’interno della lista dei Paesi sicuri, sarebbe successo sicuramente il pandemonio. Prima le cifre: dall’Unione europea, i rimpatri sono aumentati del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 13% rispetto a inizio anno. Segnale chiarissimo che l’Europa, dopo la pressione di Giorgia Meloni, ha cambiato marcia, destata dal suo sogno cosmopolita, e ha capito che sono i vari Stati a dover decidere quante persone possono entrare in base alla loro capacità di accoglienza e soprattutto di integrazione, piuttosto che farsi dettare l’agenda in politica migratoria dai scafisti e contrabbandieri di vite umane. Ma, come detto, i rimpatri sono aumentati anche verso quei Paesi tutt’altro che sicuri: tra i primi posti, dopo l’Algeria e a pari merito con il Marocco, c’è la Siria. Ed essendo i dati risalenti a mesi fa, si tratta della Siria ancora sotto il regime di al-Assad. Altro che Paese sicuro, insomma. Ma a quanto pare in Francia e in Germania non ci sono giudici che rompono le scatole ai rispettivi governi, di sinistra. Tra i Paesi più gettonati per rimpatriare migranti clandestini c’è anche la Georgia, che in quanto a libertà e regimi politici non se la sta passando diversamente: ora comandano i filo-russi, le opposizioni vengono represse e l’Unione europea minaccia sanzioni al nuovo leader che, a quanto pare, è uno che a Vladimir Putin piace. Eppure nessuno ha ostacolato i governi nell’espellere migranti georgiani. E come dimenticare, infine, la scelta del governo tedesco di Olaf Scholz: dopo l’attentato di Solingen, il cancelliere tedesco decise di rispedire alcuni immigranti verso l’Afghanistan. Gli svedesi, poi, hanno rispedito dei migranti verso Baghdad. E non venite a dirci che si tratta di Paesi sicuri…
Solo da noi i giudici ostacolano il loro governo
In Italia però è diventato difficile, se non impossibile, rimpatriare clandestini verso Paesi che rispetto a quelli citati appaiono come feudi di libertà. C’è l’Egitto dove, malgrado il regime di al-Sisi, è meta gettonatissima per i turisti di tutto il mondo, tra lo stupore delle piramidi e le bellezze naturalistiche di Sharm el Sheik. C’è il Bangladesh governato da un premio nobel per la pace. C’è la Tunisia con cui l’Italia e soprattutto l’Unione europea siglano accordi di cooperazione proprio contro i trafficanti. Per i giudici italiano è diventato impossibile rimpatriare verso questi Paesi. E sarà soltanto un caso come tanti che siano proprio queste le nazionalità più numerose in fatto di richieste di asilo in Italia. Dunque, una buona e una brutta notizia: se da un lato l’Europa si è risvegliata e ha iniziato a cacciare chi si fa beffe della legge per varcare illegalmente i nostri confini, dall’altro noi ci mettiamo i bastoni fra le ruote da soli grazie ai giudici (alcuni) delle sezioni specializzate in materia di immigrazione dei vari tribunali. Malgrado l’ottimo lavoro del governo che ha aumentato i rimpatri rispetto agli scorsi anni, l’Italia risulta essere quarta in Europa, che resta comunque un risultato molto positivo.
Post sciprtum: quei buonisti dei macroniani francesi sono i primi per rimpatri. Ma nessuno li accusa di razzismo.