Sprint verso le europee: Meloni rivendica i risultati economici del governo

Ieri il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto l’occasione di intervenire su tanti temi scottanti e di togliersi – perché no? – anche qualche sassolino dalla scarpa. Più di uno. Mancano infatti quindici giorni esatti dall’8 giugno, prima delle due giornate in cui in Italia si potrà votare per il rinnovo del Parlamento europeo. Siamo in piena campagna elettorale. La posta in palio è alta e gli italiani dovranno scegliere tra due opzioni: da un lato, riconfermare l’andazzo in Europa degli ultimi quaranta anni, quel traino socialista e liberal che ha velocizzato l’assoggettamento dell’Unione alle teorie ultra-progressiste, green e woke, che hanno messo a rischio interi comparti della nostra economia; dall’altro, dare fiducia a chi governa la Nazione da ormai un anno e mezzo, riuscendo con successo a rallentare gli effetti di un’inflazione dilagante, a mitigare i disastrosi danni di una politica comunitaria sballata sull’agricoltura, a non unirsi alle derive woke e perbeniste ma lasciando alle donne la scelta di cosa fare col proprio corpo (le parole dei detrattori obbligano a sottolineare anche ovvietà come questa), a rispondere con forza a un periodo globale di stagnazione in campo economico.

Record di occupati e di rientro dall’evasione

Ad esempio, al festival dell’Economia di Trento al quale è intervenuto, Giorgia Meloni ha ricordato come i salari siano “tornati a saliretrong>”, dicendosi poi “fiera della scelta di mettere le risorse sulle retribuzioni”. Scelta giusta: il rischio di povertà è calato, riuscendo a resistere a un’inflazione che avrebbe potuto risucchiare il potere di acquisto delle famiglie. E invece redditi e consumi sono stati confermati in aumento. Per non parlare, poi, dei livelli dell’occupazione, record nel 2023: record di quantità e di qualità, dal momento che la maggior parte dei nuovi impieghi è a tempo indeterminato. Uno smacco alla precarietà e a chi sperava di basarvi la propria propaganda. Altro record rivendicato a Trento è il rientro dall’evasione: l’obiettivo da raggiungere, infatti, è quello di “un fisco che non ti vessa, che ti chiede di pagare il giusto e di farlo in tempi ragionevoli, comprensivo, che sappia vedere ogni singolo caso. Fermo restando che se io ti do una mano e tu mi vuoi fregare per forza io devo essere determinata. I numeri – ha spiegato – dicono che il 2023 anno è stato l’anno record nel recupero di evasione fiscale in Italia”. Un risultato che “buona parte è arrivato come versamento spontaneo, perché se lo Stato è percepito come giusto, poi è ingiusto aggirarlo”. Per ora, ha poi detto, “la scommessa è stata vinta”. Ma qualcosa dovrà pure essere fatto sul Superbonus, sul quale Giorgia Meloni ha spiegato di voler “limitare l’emorragia perché i nostri conti non la reggono e non produce quanto promesso, a livello di Pil. Quello che stiamo facendo sul Superbonus – ha aggiunto – per molti è impopolare ma quando si viaggia a costi di 220 miliardi di euro, come il Pnrr, per ristrutturare il 4% degli immobili, una stretta la devi mettere altrimenti rischi di andare fuori controllo”.

Premierato, natalità, Europa

Tanti ancora i temi trattati. Dal premierato (“è una riforma necessaria al Paese. Stiamo modificando sette articoli della Costituzione per dare ai cittadini il boccino delle decisioni, per scegliere da chi essere governati”), al caso dell’esponente del M5S a cena con il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, che invitava a votarla (“immaginate se lo avessi fatto io con Chiocci che chiede di votare Giorgia, ora pretenderebbero le dimissioni del direttore del Tg1”), dalla questione redditometro (“dobbiamo ragionare sulla strada migliore per colpire la grande evasione”) all’Europa. C’è grande interesse verso i Conservatori europei, che Giorgia Meloni presiede. “Si potrà lavorare insieme su qualche dossier” ha spiegato riferendosi alla Le Pen, ma l’obiettivo è chiaro: “Evitare una maggioranza arcobaleno”. In merito all’Europa, in una diretta social Meloni ha sottolineato la sua contrarietà alla procedura di infrazione della Commissione europea nei confronti dell’Italia sul tema dell’assegno unico: “Tra i grandi obiettivi c‘è sempre stato quello del sostegno alla natalità e l’assegno unico è uno degli strumenti più efficaci per favorirla. Lo abbiamo mantenuto e ci abbiamo investito 3 miliardi di euro in più. Ve ne parlo perché la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione con motivazioni folli. Se dovessimo dare seguito alle indicazioni dell’Ue la misura sarebbe insostenibile e si presterebbe a diverse truffe. Spero che la prossima Commissione abbia un approccio più ragionevole, se non è così – ha concluso – daremo battaglia”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.