Strage Capaci, Rampelli (FdI): la morte di Falcone sconvolse l’Italia. Il suo sacrificio ispiri la rinascita delle periferie

“Il 23 maggio 1992 l’Italia fu sconvolta dalla strage di Capaci che portò alla morte Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, uccisi dal cancro della mafia capeggiata da Riina. Trentatré anni dopo, il loro sacrificio sia monito ed esempio per tutti gli italiani a non chinare mai il capo dinnanzi alla criminalità organizzata, in difesa della libertà e del diritto alla prosperità.

Nello stringermi oggi come ieri ai familiari delle vittime, desidero ricordare Falcone come esempio di integrità e rettitudine, incarnando egli perfettamente il senso del dovere e della giustizia. Il suo sia esempio per tutti, sempre e in ogni luogo.

Valido soprattutto quando si parla di periferie, dove l’illegalità imperversa, spesso gestita proprio da clan nostalgici del dominio mafioso, che siano il Quarticciolo di Roma o Caivano a Napoli. Dove sembra facile e sicuro per i giovani mettersi al servizio della criminalità: guadagni veloci, pochi rischi nell’immediato, ma il destino di una vita clandestina è un futuro in prigione sono dietro l’angolo. Proprio a loro vorrei che il sacrificio di Falcone ricordasse quanto la mafia, la camorra e tutte le organizzazioni criminali siano state e sempre saranno delle trappole mortali, da cui stare lontani e da combattere. E bene ha fatto il governo italiano a non abbandonarsi a mere celebrazioni solenni o a un approccio esclusivamente securitario, intervenendo con la realizzazione di progetti di bonifica sociale e culturale”.

Lo dichiara in un comunicato stampa il Vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia.

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