La situazione generale era complessa e lo è tutt’ora. Malgrado l’economia italiana sia in crescita da mesi, raggiungendo pure i livelli precedenti al 2008 in diversi settori (si pensi, ad esempio, alla disoccupazione), il debito continua ad essere alto e le clausole del nuovo Patto di Stabilità certo non aiutano la spesa dei Paesi maggiormente indebitati, come appunto l’Italia. Ma, nonostante la coperta finanziaria abbastanza corta, il governo è riuscito, per il terzo anno consecutivo, a portare a casa un altro risultato fondamentale, rispettando tutte le promesse strette con l’elettorato e non facendo nessun passo indietro rispetto alle passate e riuscite leggi di bilancio. In poche parole, la copertura era risicata, ma la manovra riesce ad tutelare famiglie e imprese non aumentando una singola tassa e, al contempo, tenendo saldi i conti dell’erario.
“Teniamo i conti in ordine”
Si capisce, a questo punto, perché il Presidente del Consiglio, nel punto stampa di ieri sera da Bruxelles, si sia detta “molto orgogliosa del lavoro che abbiamo fatto”: “Sono molto soddisfatta della manovra – ha detto la premier –, sono molto contenta della compattezza della maggioranza, della velocità con la quale la manovra di bilancio è stata approvata ieri sera”. Hanno giovato, certamente, i buoni risultati economici dell’Italia quest’anno, che hanno permesso di formulare una manovra dal valore di 30 miliardi di euro. In primis la crescita del Pil, che entro fine anno dovrebbe riuscire a rispettare l’obiettivo dell’1% formulato nel Documento di economia e finanza (Def) di aprile. Poi c’è la questione delle entrate tributarie e del rientro dall’evasione: i soldi dei contribuenti sono aumentati, malgrado, come detto, non sia stata aumentata una singola imposta, anzi abbassandole, provocando benefici sia per i cittadini sia per lo Stato. Ed è aumentato anche il numero di persone che rientra dall’evasione, con numeri record nel 2023. Tutti segnali che testimoniano come la concezione del cittadino nei confronti dello Stato e del fisco sta lentamente cambiando, verso quell’obiettivo, molto più di un semplice slogan, del “fisco amico”. Fino al record della vendita dei titoli di Stato italiani, con la grande partecipazione delle stesse famiglie italiane che stanno tornando a detenere parte del debito pubblico della nostra Nazione.
Risultati che hanno portato il governo a formulare una manovra che Giorgia Meloni reputa “seria, di buon senso che concentra le non molte risorse che abbiamo a disposizione in quelle che noi consideriamo essere le priorità di questa Nazione, ricalca il lavoro già fatto nelle precedenti manovre”. Come già fatto in passato, “la strategia rimane la stessa: ci concentriamo sui redditi, sui salari, sul lavoro, sul sostegno alle imprese, sulla salute dei cittadini, sulla famiglia. Lo facciamo senza aumentare le tasse per i cittadini pur in una situazione molto complessa, lo facciamo tenendo i conti in ordine”.
“Parlano i numeri, il resto sono mistificazioni”
La sinistra resta scottata a partire, ad esempio, dal taglio del cuneo fiscale, del quale veniva recriminato, già lo scorso anno, il fatto di non essere una misura strutturale. Con questa legge di bilancio lo è diventato, come pure strutturali sono l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef e la deduzione sul costo del lavoro al 120%. Le opposizioni adesso basano la loro battaglia sulla sanità, ma i numeri parlano chiaro: questo è il governo che, nella storia della Repubblica, ha stanziato più soldi sul fondo sanitario. Basti pensare al confronto tra i livelli della pandemia, quando c’era uno stato di massima allerta negli ospedali, e oggi: 122 miliardi di euro contro gli odierni 136,5 miliardi. “La sanità rimane da tre anni una nostra priorità, abbiamo ogni anno lavorato per aumentare il fondo sanitario” ha detto la premier, spiegando che la sua intenzione è capire come spendere meglio le risorse. Lo sforzo del governo è documentato dai numeri che, ha commentato la premier, “grazie a Dio non sono un’opinione”. Questa mattina è arrivato un altro commento di Giorgia Meloni, tramite i suoi profili social, che smonta totalmente le narrazioni fasulle della sinistra: “Sento molte falsità in queste ore su Sanità e legge di bilancio. E allora facciamo ancora più chiarezza: +6,4 miliardi per la Sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2024 e +4,12 miliardi nel 2025). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questo i numeri. Il resto sono mistificazioni”.