USA e Gran Bretagna attaccano le basi dei terroristi Houthi in Yemen

Oggi, USA e Gran Bretagna, hanno bombardato alcune basi dei terroristi islamici yemeniti, noti come Houthi: l’attacco preventivo sarebbe partito a causa delle innumerevoli azioni di sabotaggio delle navi da parte delle milizie yemenite nel Mar Rosso, che da tempo rischiano di immobilizzare le rotte commerciali a livello globale.

Tra le province colpite dall’azione parallela di USA e GB, troviamo: Al Hudeidah Saada, Dhamar, Taiz e Hajjah, ed anche la capitale Sanàa; Tutti i territori colpiti, si trovano nella parte occidentale dello Yemen.

La Russia ha condannato l’attacco agli Yemeniti presso l’ONU, invocando l’escalation: sarebbe il caso di usare la locuzione “Da che pulpito viene la predica”, considerando che il governo di Mosca sta portando avanti – ormai da ben due anni – la propria offensiva contro l’Ucraina in territorio est-europeo.

Anche l’Iran, appartenente ai paesi BRICS, condanna quanto accaduto, sebbene sia già impegnato a rifornire il governo di Mosca con i droni Shahad.
Persino la Turchia, ormai territorio NATO, ha condannato le azioni militari occidentali in Yemen, lo stesso Presidente Recep Erdogan ha dichiarato: ”Hanno intenzione di far diventare il Mar Rosso un mare di sangue”. Un’altra dimostrazione che rende piuttosto consapevole l’Europa dello schieramento turco in questioni mediorientali.

Il Ministro degli esteri cinese, sulla questione, ha dichiarato quanto segue:” “La Cina esorta tutte le parti coinvolte a mantenere la calma e a dare prova di moderazione per evitare ulteriori conflitti”, di certo non si può prendere lezioni da parte di un paese come la Cina, che ha ultimamente dichiarato di voler sopprimere le istanze autonome di Taiwan, a pochi giorni dalle elezioni nell’isola.

Il Segretario dell’ONU, Antonio Guterres, ha esortato gli stati membri, ad agire nel rispetto delle leggi internazionali, dichiarando quanto segue: ”Gli attacchi contro la navigazione internazionale nel Mar Rosso non sono mai accettabili perché mettono in pericolo la sicurezza della catena di approvvigionamento e hanno un impatto negativo sulla situazione economica e umanitaria a livello mondiale” chiedendo “A tutti gli Stati membri che difendono le loro navi dagli attacchi di farlo rispettando a legge internazionale” e ancora ribadendo “A tutte le parti coinvolte di non aggravare la situazione, in nome dell’interesse di pace e stabilità nel Mar Rosso e nella regione”.

L’Unione Europea, dialogherà il prossimo martedì sull’eventuale invio di un contingente navale nel Mar Rosso, il piano viene ora esaminato presso Bruxelles, mentre la Spagna ha deciso di non prendere parte ad eventuali missioni UE, secondo quanto riferito da Margarita Robles, Ministro della difesa spagnola.

Al momento Palazzo Chigi ha confermato che: ”Non è stato mai chiesto all’Italia di partecipare agli attacchi“. L’Italia – viene sottolineato – sta lavorando per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso ed è impegnata nella coalizione europea per garantire la circolazione delle navi. L’Italia non ha sottoscritto il documento degli Stati Uniti e di conseguenza a Roma non è stato chiesto di partecipare all’offensiva”, dimostrando la cautela e la prontezza dell’ attuale esecutivo nelle proprie posizioni.

La reazione di USA ed Inghilterra, è stata probabilmente dettata dai continui attacchi provocatori dei terroristi yemeniti, i quali saccheggiano e distruggono le navi occidentali per un presunto “appoggio solidale a Gaza”, mentre l’obiettivo sembra piuttosto quello di colpire l’Europa e l’Occidente.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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