Vignetta del Fatto Quotidiano: a sinistra stavolta nessuno grida allo scandalo.

Femminismo e solidarietà femminile esistono solo quando decide la sinistra. Nessun segnale di supporto ad Arianna Meloni, messa alla gogna mediatica per il suo ruolo di moglie e sorella

La vergognosa vignetta de Il Fatto Quotidiano colpisce la vita personale e privata del Ministro Francesco Lollobrigida e di sua moglie Arianna. Un attacco che nulla ha a che vedere con le azioni politiche intraprese, perché ad essere condannata è una donna la cui colpa non è di certo politica, ma solo di essere moglie del ministro Lollobrigida e sorella del presidente del Consiglio.

Così la sinistra, avendo oramai pochi spunti per attaccare la destra, decide di farlo nella maniera più inopportuna e inadeguata possibile, colpendo nella vita privata addirittura una donna che non ha alcun ruolo politico, ma che per il solo fatto di avere legami familiari con delle figure politiche è lecito mettere alla pubblica gogna.

Nella vignetta in questione viene presentata una immagine della donna volgare e misogena. In una situazione del genere, fossero stati altri i protagonisti, si sarebbe di certo gridato allo scandalo.

Invece stavolta nessuno si indigna. Nessuno porta vanti la bandiera del femminismo. Nemmeno in Aula, tanto che, come riferito dall’onorevole Donzelli: “Nessuna donna delle opposizioni si è alzata alla Camera per condannare la vignetta del Fatto o per dare solidarietà ad Arianna Meloni. Augusta Montaruli nel suo intervento aveva chiesto di condannare la vignetta sessista, volgare e misogena contro Arianna Meloni, ma nessuna donna ha accolto il suo invito.”

Un segnale ben chiaro di come per la sinistra la difesa delle donne e la solidarietà nei loro confronti debba esserci solo e soltanto quando decide lei.

Non basta esprimere il proprio sostegno fuori dai palazzi, come hanno fatto ad esempio Calenda e Renzi e alcuni esponenti del partito Democratico, tra cui Pina Picierno, Simona Bonafè, Valeria Valente e Beatrice Lorenzin.

Decisamente fuori luogo invece le affermazioni del direttore Marco Travaglio, che non può, a sua detta, certo perdere tempo a “spiegare le battute a chi non le capisce”, sostenuto in questo da un Giuseppe Conte che sostiene che “può essere di buon gusto o di cattivo gusto, ma la satira è satira”, dimostrando una insensibilità unica.

Certo è che meglio dichiarare qualcosa piuttosto che rimanere in assoluto silenzio come ha fatto la segretaria fanto-femminista Elly Schlein che, forse troppo impegnata con la sua prima riunione della Direzione Nazionale del PD, si è dimenticata di menzionare in una delle sue dichiarazioni il vergognoso episodio della vignetta del Fatto Quotidiano, sebbene sollecitata da più parti, come ad esempio dal Ministro Sangiuliano. A ben vedere questo silenzio non pare essere una semplice dimenticanza, ma, sotto sotto, sembra essere appositamente studiato perché, in questo caso, non si tratta di una donna che può portare consensi al suo partito. Un silenzio che rimane da condannare anche se dovesse essere rotto nelle prossime ore, perché sottolinea in ogni caso una assoluta e totale indifferenza della paladina dei diritti del PD, che porta in alto la bandiera del femminismo solo quando e se le conviene.

Quando si parla di battaglie per la parità di genere, per la libertà e l’emancipazione delle donne, bisogna ricordare che queste non devono essere portate avanti solamente quando può esserci un risvolto mediatico e politico positivo, ma occorre tutelare l’immagine della donna in ogni occasione e luogo, a prescindere dallo schieramento e dalla convenienza. E in questo caso particolare, tra l’altro, l’attacco ad una donna che nulla ha a che fare con il mondo della politica, ma che semplicemente sembra essere colpevole per la sua vita privata, risulta essere ancora più grave e drammatico. Il mancato sostegno da parte dell’opposizione non solo fornisce una triste immagine delle istituzioni, ma è anche un pessimo messaggio per le donne, alle quali implicitamente viene comunicato che è lecito essere attaccate nella loro sfera privata.

La prima pagina del Fatto sottolinea ancora una volta come la sinistra si stia ritrovando sempre di più senza argomenti per ribattere all’operato positivo del Governo di destra. Un Governo che, tra le altre cose, è il primo ad essere guidato da una donna. Perché, mentre la sinistra decide di parlare della condizione femminile solo e quando conviene, la destra rende le donne libere e potenti attraverso azioni ben più concrete.

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