È anche in questo, in come l’Unione europea ha risposto all’alluvione che ha colpito in Emilia Romagna, che si comprende la rinata considerazione dell’Italia in Europa. La Ue ha infatti a sua disposizione il cosiddetto “Fondo di solidarietà europeo” che consente di “fornire un efficace sostegno a uno Stato membro” quando questi “deve affrontare i danni causati da gravi catastrofi naturali o gravi emergenze di sanità pubblica”. Una di quelle materie, insomma, su cui l’Europa sarebbe chiamata a rispondere. Quando appunto si dice che la Ue dovrebbe intervenire sulle grandi tematiche, in virtù di un principio di sussidiarietà non sempre sapientemente applicato.
Una vittoria italiana
Quando l’Emilia Romagna subì l’alluvione nel maggio 2023, Giorgia Meloni si trovava a Hiroshima, per il G7 quell’anno svoltosi in Giappone. La premier italiana, in quel contesto, riuscì a concretare l’attenzione dei grandi della Terra sulla tematica e fece giungere sul posto persino Ursula von der Leyen, con la quale visitò alcune zone alluvionate. La tedesca annunciò la cooperazione della Ue e il sostegno europeo proprio tramite il Fondo di solidarietà. A inizio anno, a riprova dell’intesa con la nostra Nazione, la Meloni riuscì a riportare la von der Leyen in Emilia Romagna per la firma dell’Accordo di Coesione con la Regione: in quella occasione fu annunciato un ulteriore stanziamento nel Pnrr di risorse a favore della ricostruzione delle zone colpite dal nubifragio.
Ieri, il Consiglio europeo ha confermato questa linea, esprimendosi a favore di un ulteriore aiuto direttamente dal Fondo di solidarietà: all’Italia spetterà un corposo 40% delle risorse totali, 446 milioni di euro del miliardo messo a disposizione dall’Unione europea. Fondi che potranno essere utilizzati per aiutare non solo l’Emilia Romagna, ma anche la Toscana, che fu colpita dalle precipitazioni nell’ottobre e nel novembre dello stesso anno. A questa decisione del Consiglio, va aggiunta un’altra buona notizia, che riguarda questa volta la Commissione europea: l’esecutivo comunitario ha infatti deciso di stanziare quasi 120 milioni di euro a favore di Bulgaria, Germania, Estonia, Italia e Romania, in particolare in favore dei loro agricoltori, per sopperire ai gravi danni ai raccolti e ai loro terreni provocati dalle calamità naturali e dai cambianti climatici. All’Italia spetteranno quasi 40 milioni, dunque un terzo del totale.
Basta scuse
L’Italia dunque non resta con le mani in mano e il governo italiano busserà di nuovo con i piedi alle porte di Toscana ed Emilia Romagna: per quest’ultima, recentemente colpita dall’ennesimo nubifragio, il governo aveva già stanziato altri 20 milioni per affrontare velocemente le emergenze più impellenti. L’eurodeputato di Fratelli d’Italia, il toscano Francesco Torselli, parla di “una boccata d’ossigeno per migliaia di cittadini, ma senza un piano d’azione regionale chiaro e concreto – viste le lungaggini burocratiche che hanno ingessato la ripartenza e la mancanza di prospettiva del commissario straordinario – si rischia di perdere ulteriore tempo prezioso”. Come, in realtà, già è stato fatto in Emilia, con il mancato utilizzo dei fondi e, anzi, i tagli ai progetti di manutenzione dei corsi d’acqua che hanno aggravato un’alluvione, quella della scorsa settimana, che poteva essere controllata se non evitata.
E la sinistra frigna
Ma i dem non ci stanno e, dopo le figuracce fatte dal candidato presidente in pectore della sinistra emiliana, Michele De Pascale, in merito al mancato utilizzo dei fondi destinati a Ravenna, città che amministra, non vogliono perdere il fortino emiliano, ultima storica roccaforte rossa insieme alla Toscana. E allora, secondo le indiscrezioni del Tempo e riprese stamattina da Libero, il Nazareno avrebbe lanciato una sorta di opuscoletto inviandolo a politici e militanti dem, in modo da istruire gli adepti su come rispondere alle critiche sulla malagestione dei fondi in Emilia Romagna. All’interno ci sarebbero fantomatici dati in favore della Giunta di Bonaccini e che screditano il ruolo del commissario straordinario Figliuolo. Si legge ad esempio che “la stragrande maggioranza delle famiglie alluvionate ha ricevuto come unico contributo quello assegnato in via speditiva da Bonaccini, in accordo con la Protezione civile, di 5mila euro”, anche se il viceministro Bignami, al Secolo d’Italia, ha spiegato che in realtà “i 5mila euro sono fondi stanziati dalla Protezione civile nazionale, quindi dal ministero di Musumeci”. E chissà quante altre frottole inventeranno pur di non riconoscere che, come sempre, da un lato c’è una destra che lavora, dall’altro c’è una sinistra che frigna.