A Pisa non solo minorenni… E intanto l’odio contro le forze dell’ordine cresce

Dopo i fatti di Pisa, la sinistra ha tentato di strumentalizzare l’accaduto, cercando, come spesso accade, di solidarizzare con gli antagonisti attraverso una politicizzazione delle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale aveva precisato che utilizzare manganelli su minorenni è di base una sconfitta. Una visione, questa, senz’altro condivisa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ieri, durante la sua informativa alla Camera, ha voluto sottolineare come le indagini siano ancora in corso: “È necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”, ha detto. Tuttavia, emergono nuove informazioni inerenti a quei momenti concitati: a quanto pare, la carica è partita per “garantire l’incolumità” degli agenti che venivano pressati “con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi” e compressi contro l’automezzo posto alle loro spalle; a questo punto la carica per “garantire l’incolumità degli operatori”. Aperte comunque le indagini su quanto accaduto, c’è inoltre da considerare che la manifestazione non era stata comunicata, nonostante i tentativi delle autorità di mettersi in contatto con gli organizzatori, e che il corteo si stava dirigendo verso Piazza dei Cavalieri, considerata off limits. Intanto, però, le indagini non riguardano solo gli agenti: “L’attività investigativa avviata nell’immediatezza ha consentito di denunciare quattro persone per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale e per violazione dell’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si tratta di maggiorenni tutti con precedenti per reati attinenti all’ordine pubblico”. Dunque, non solo minorenni, non solo studenti, come raccontato dalla sinistra: a quel corteo sfilavano anche facinorosi, abituati a fare risse e ad azzuffarsi con la Polizia.

Per questo motivo, c’è bisogno di molta calma nel valutare l’accaduto, evitando “processi sommari” verso agenti che garantiscono “a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione”. Effettivamente, emerge un altro dato dall’informativa: nell’ultimo anno, sono state 2.538 le proteste organizzate e solo l’1,5% delle volte ci sono state criticità di ordine pubblico. Una libertà di manifestazione garantita anche dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, che ha ravvivato importanti moti di protesta: lo ha ricordato la stessa Giorgia Meloni, intervistata dal Tg2, chiarendo che il governo ha scelto di “non vietare le manifestazioni” pro-Palestina, cosa accaduta invece in altri Paesi. Ciononostante, secondo Piantedosi si sta registrando “un clima di crescente aggressività nei confronti delle forze dell’ordine”: lo dimostrano, ad esempio, gli ultimi fatti di Torino, dove quindici membri dei centri sociali, vicini ad Askatasuna, hanno aggredito degli agenti che avevano arrestato un immigrato pluricondannato al fine di “liberarlo”. Il suo curriculum è stato reputato, a quanto pare, degno di essere difeso: 13 condanne definitive, tra cui una per violenza sessuale di gruppo, e ben due decreti di espulsione. Un clima d’odio verso le forze dell’ordine che emerge anche da altre notizie, come quella degli atti di bullismo che subiscono i figli degli agenti di Pisa, abbandonati quasi anche dai loro docenti che hanno prontamente espresso vicinanza ai ragazzi aggrediti. Studenti minorenni che erano stati posizionati proprio tra le prime file del corteo, messi lì quasi per creare il caso: “È necessario coinvolgere la scuola e la famiglia per recuperare questi ragazzi al rispetto degli altri e delle leggi, altrimenti si trovano indirizzati dai professionisti dell’antagonismo e del disordine e da loro vengono appositamente lanciati contro le Forze di Polizia”. Questo il commento di Domenico Pianese, segretario generale del Coisp.

È essenziale, dunque, proseguire con le indagini, nel “massimo rispetto”, però, degli agenti di polizia, la cui criminalizzazione può diventare un grosso rischio per l’ordine pubblico: può essere infatti “molto pericolo”, secondo Giorgia Meloni, “togliere il sostegno delle Istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”. Leggere nel modo corretto le parole del presidente della Repubblica è quindi una necessità: secondo Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera intervistato dal Tirreno, gran parte dell’opposizione usa invece “le parole di Mattarella sui fatti di Pisa per generalizzare”, attraverso una strumentalizzazione che “fa passare il messaggio che le forze di polizia non siano al servizio del cittadino ma della politica. Assurdo”.

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1 commento

  1. La mia solidarietà con le forze del’ordine è totale e senza riserve.
    Si consideri che:

    • in queste manifestazioni i “manifestanti” ingenui (per usare un eufemismo) sono usati come scudo dai teppisti di professione che cercano lo scontro per screditare le forze dell’ordine; è un sistema che conosco da 50 anni, si può fare un elenco lungo come le pagine gialle, che va dal povero Franceschi (Capanna “ordinò” ai suoli di attaccare le polizia per avere la reazione e creare un “martire”: chiunque ai suoi tempi lo sapeva, ai fatti di Genova dove lo squadrismo internazionale saccheggiò una città forte della presenza di migliaia di cretini convinti di manifestare per qualche ideale
    • la libertà di manifestare è fondamentale, ma è anche fondamentale la libertà di ciascuno di fare la propria vita senza disturbare nessuno: andare a lavorare, passeggiare per strada, andare per negozi, senza che questo sia impedito da facinorosi portatori di verità “superiori”: cosa è superiore alla libertà di ciascuno che non nuoce a nessuno?
    • le forze dell’ordine, in particolare con questo Governo che sa di essere sempre “sotto osservazione” da parte di rissosi oppositori, sono continuamente aggredite ed hanno il diritto ed il dovere di difendersi.

    E piena solidarietà con Giorgia, che non poteva trovare le parole migliori, per efficacia e pacatezza, per commentare questi fatti.

    Con affetto

    Alessandro

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