Nonostante le scelte della magistratura di non convalidare il trattenimento dei migranti in Albania, Giorgia Meloni tira dritto sul dossier immigrazione e, dopo aver spiegato che “è competenza del governo e non della magistratura stabilire quali sono i paesi sicuri e quali no”, risponde approvando un decreto legge ad hoc sul tema.
La decisione del tribunale di Roma non sarà la fine del progetto in Albania. Giorgia Meloni è stata chiara sulla linea: “Intendo andare avanti. Gli italiani mi hanno chiesto di fermare l’immigrazione illegale, farò del mio meglio per limitare l’immigrazione illegale di massa”, Mi dispiace, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “che in un momento in cui tutta l’Europa guarda con interesse a ciò che sta facendo l’Italia, noi tentiamo come sempre di metterci da soli i bastoni tra le ruote”.
Il provvedimento approvato ieri in CDM, aggiorna con atto avente forza di legge l’elenco dei Paesi di origine sicuri. Tenuto conto dei criteri di qualificazione stabiliti dalla normativa europea e dei riscontri rinvenuti dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti, sono considerati come Paesi di origine sicuri i seguenti: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha spiegato che con il decreto diventa “fonte primaria l’indicazione dell’elenco di 19 Paesi sicuri sugli originali 22: abbiamo tenuto conto dell’integrità territoriale ed escluso Camerun, Colombia e Nigeria”. Un decreto che di fatto riforma il sistema di espulsione dei migranti, introducendo una nuova lista di
Paesi sicuri che verrà di tanto in tanto aggiornata, al fine di semplificare e velocizzare le procedure di rimpatrio per i migranti provenienti da queste nazioni, riducendo anche le richieste d’asilo strumentali.
Una norma che rafforza la posizione del governo anche in sede di ricorso. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha sottolineato come “Nel momento in cui l’elenco dei Paesi sicuri è inserito in una legge, il giudice non può disapplicarla. A maggior ragione questa sentenza della Corte di giustizia europea non è una direttiva e non è vincolante in via generale astratta, ma mette dei paletti rigorosi in relazione ad un caso estremamente bizzarro e sul quale ha posto quei requisiti al fine dell’eventuale estensione del concetto di Stato non sicuro, che però deve essere motivato”.
Nuove misure rafforzative sul PNRR
Su proposta del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive sul Codice dei Contratti Pubblici, che si colloca nel quadro delle azioni previste dal PNRR. Questa riforma rappresenta un passo avanti significativo nella semplificazione delle procedure degli appalti pubblici, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e l’attrattività degli investimenti in infrastrutture e servizi pubblici in Italia.
Incentivi economici, approvato il Codice Unico degli incentivi
Oltre al dossier migranti, tema centrale discusso in Cdm, sono stati gli incentivi economici. Il governo Meloni ha approvato il Codice Unico degli incentivi, una riforma ‘’storica’’, come ha sottolineato il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, introduce una serie di misure volte a riordinare il sistema di agevolazioni statali, rafforzando il coordinamento tra amministrazioni locali e
centrali, semplificando le procedure e la relativa strumentazione tecnica. L’obiettivo del Codice è quello di superare la frammentazione normativa della gestione degli incentivi, creando un quadro organico. La riforma, sostenuta anche dalla Commissione Europea nell’ambito della revisione del PNRR e del piano Re-Power EU, è vista come un modello potenzialmente replicabile a livello europeo.
Il Codice stabilisce anche criteri chiari per l’esclusione dagli incentivi, come la presenza di irregolarità relative alla documentazione antimafia, la violazione di norme previdenziali o l’assenza di assicurazioni per danni da calamità naturali. Questa riforma rappresenta un passo significativo verso un sistema di incentivi più efficiente e trasparente.