#Atreju21, Rampelli (VPC-FdI): il paradosso della transizione ecologica per non distruggere il pianeta ma conservando il modello di sviluppo a crescita infinita 

“La Francia è a capo del consorzio per la ricerca del nucleare da fusione ma è anche la più grande produttrice di energia nucleare da fissione. Ha un conflitto d’interessi che non rende credibile il suo ruolo perché non può permettersi di mandare in pensione i suoi reattori anticipatamente rispetto ai tempi di ammortamento per la loro realizzazione. L’Italia dovrebbe mettersi a capo della ricerca per la fusione, vista l’impossibilità di tornare alla fissione nucleare, a mio giudizio neanche travestita da piccoli reattori modulari. La transizione ecologica verso la quale ci indirizziamo cambia le fonti di approvvigionamento energetico senza cambiare il modello di sviluppo, ignorando cioè che il pianeta non sarebbe in grado di resistere se gli oltre 7 miliardi di esseri umani consumassero tanto quanto i paesi occidentali. Le risorse della terra non sono infinite, la crescita dunque non può essere infinita come vorrebbe quella turbo globalizzazione che ha annichilito il libero mercato e sconfitto le teorie liberiste.
L’errore è quello di misurare il benessere con il PIL. Il parametro non può più essere questo. Dobbiamo cercare un  misuratore diverso, che conservi le nostre conquiste moderne senza decrescita infelice e senza crescita infinita. E questo punto mediano non può che essere ispirato dalla visione conservatrice”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo ad Atreju2021 nel dibattito ‘Doppia Sfida, emergenza climatica e transizione energetica’.

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