“Apprendiamo con profonda preoccupazione dell’offerta pubblica di scambio promossa da UniCredit nei confronti di Banco BPM, che rischia di avere ricadute gravissime sul nostro territorio, in particolare sulla provincia di Modena. Secondo le prime ipotesi, sarebbero ben 30 le filiali destinate alla chiusura su un totale di 49, entro la fine del 2025. Uno scenario inaccettabile, che metterebbe a repentaglio non solo decine di posti di lavoro, ma anche la qualità e la capillarità del servizio bancario per famiglie e imprese modenesi”. A dichiararlo è Daniela Dondi, deputato di Fratelli d’Italia. “Ricordo a tutti che Banco BPM affonda le sue radici a Modena con il Banco San Geminiano e San Prospero, fondato nel 1932, parte integrante della nostra tradizione economica e sociale. È inaccettabile che logiche puramente finanziarie spazzino via un patrimonio così radicato nel tessuto modenese, con l’unico obiettivo di massimizzare i profitti ai danni dei territori. La fusione con la Banca Popolare di Verona nel 1994 aveva già comportato trasferimenti forzati e sacrifici pesanti per i dipendenti. Ora quegli stessi lavoratori si trovano nuovamente esposti, con la concreta possibilità di dover affrontare un piano di esodo o ulteriori delocalizzazioni. Questo non è il modo di trattare chi ha servito per anni la propria comunità con competenza e dedizione. Chiedo con forza che le istituzioni competenti vigilino attentamente su questa operazione. Non possiamo permettere che Modena venga marginalizzata in nome di una concentrazione bancaria che ignora completamente le esigenze dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori. UniCredit non può pensare di fare cassa sacrificando un intero territorio”, conclude.