“Il racconto delle sinistre su Bari “città sicura” stride con la realtà dei fatti. A pochi mesi dalla rielezione del sindaco, si profila infatti una possibile guerra tra clan, terrore diffuso in città e sicurezza dei cittadini messa in discussione. Se l’omicidio di Lello Capriati rischia di riaprire la stagione delle liti tra clan, allora vuol dire che il fuoco non era stato spento, ma covava sotto la cenere. La questione dell’invio della Commissione e i 130 arresti non erano un “atto di guerra” del ministro Piantedosi- come si erano affrettati a gridare Emiliano, Decaro e le sinistre- nei confronti di alcuno. Il fatto è che le ostilità tra bande c’ era già, semplicemente si voleva negare l’evidenza”.
Lo dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.