Campi Flegrei: Musumeci, “Siamo arrivati a circa 2.000 edifici a rischio”

“Il primo provvedimento che ho proposto al Governo, poi adottato, è stato quello di effettuare una ricognizione speditiva per comprendere quale fosse il patrimonio del costruito particolarmente vulnerabile. Siamo arrivati a circa 2.000 edifici di molto elevata esposizione e di elevata esposizione. Si tratta di ricognizioni molto veloci ma che ci servono comunque per comprendere quale sia l’area particolarmente esposta e particolarmente vulnerabile. Per quest’area noi abbiamo definito un intervento dello Stato, non per mettere in sicurezza le case perché è una inappropriata definizione ma per mitigare il rischio sismico quindi per ridurne la esposizione al rischio”. Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile, a 24 Mattino su Radio 24. 

Sul sisma bonus il ministro ha spiegato che “abbiamo immaginato un intervento dello stato e un intervento del proprietario. Abbiamo già previsto i primi 100 milioni di euro e la disponibilità sarà alimentata fino al 2029. Non lo chiamerei sisma bonus perché non è stato ben utilizzato, diciamoci la verità. Si pensava soprattutto al ‘cappotto’, proprio perché come italiani non abbiamo una particolare propensione alla cultura del rischio. –  ha continuato Musumeci – Non c’è dubbio che lo Stato sta intervenendo con oltre mezzo miliardo per consolidare le infrastrutture pubbliche a cominciare dalle scuole e non è un caso marginale. Abbiamo previsto 35 milioni per consentire alle persone che hanno dovuto lasciare le case per le scosse del maggio scorso per renderle di nuovo agibili. 20 milioni l’anno per concorrere alla messa in sicurezza delle case che i proprietari riterranno dover adeguare. Non possiamo bloccare le scosse e neutralizzare l’attività del vulcano però non serve il panico, serve soltanto continuare a comprendere che si vive su uno dei più complessi vulcani al mondo”.

Maltempo, Istruttoria emergenza nazionale sarà veloce

“Nelle scorse ore è arrivata la richiesta che ho subito passato ai tecnici del dipartimento per una istruttoria che è quasi sempre assai celere. È chiaro che li serve un vasto piano di prevenzione perché se uno stesso fiume esonda 10-20 volte è chiaro che manca l’intervento infrastrutturale. Io penso alle casse di espansione, ad eventuali scolmatori, il governo è disposto ad accompagnare le Regioni e gli enti locali ad un piano sano, concreto, serio, costruttivo e non piccoli interventi frammentati e mettere finalmente il territorio nelle condizioni di sopportare le ondate di maltempo che purtroppo saranno sempre più frequenti”.

Ambiente, “Necessità di confronto  su fondali marini e connessione con fenomeni sismici”

‘Lo studio dettagliato dei fondali marini, la connessione con i fenomeni di natura sismica, la lenta ma inesorabile erosione costiera, l’innalzamento del mare che entro fine secolo potrebbe coprire alcune fasce costiere sino tutti i temi sui quali abbiamo la necessità di confrontarci. Sono convinto che lanciare messaggi alla comunità in termini di pianificazione, pensare di lavorare tenendo presente costantemente i rischi, le criticità che la natura ci pone di fronte, sia un atto di grande responsabilità per chiunque abbia competenze di governo”. E’ quanto si evince dal testo di un videomessaggio proiettato nel corso del sesto convegno sulla Geologia marina in Italia, dallo stesso ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare. 

”Avrei voluto partecipare di persona come l’ultima volta – ha spiegato – ma gli eventi di questi giorni mi costringono a dover restare operativo al ministero. Apprezzamento mio e del governo per l’impegno e la ricerca che profondete giorno dopo giorno. La geologia marina entra a pieno titolo non solo tra le materie non solo del dipartimento della Protezione civile ma anche fra le nuove competenze del dipartimento delle politiche del mare che il governo Meloni ha istituito e ha affidato tra le mie competenze. Abbiamo necessità di approfondire alcuni temi sui quali la capacità divulgativa della politica coniugata alla attendibilità della scienza e del mondo accademico possono servire a fare prevenzione, materia sulla quale noi italiani non siamo assolutamente propensi”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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