Centralità italiana nel mondo e unità per l’Ucraina in un G7 speciale

Il G7 tenutosi a Borgo Egnazia, in Puglia, è stato un momento speciale e, osiamo dire senza paura di esagerare, storico. Visto che siamo di parte, il lettore starà pensando che siamo pronti ad osannare la presidenza italiana del summit dei Sette Grandi, che ovviamente porta il nome di Giorgia Meloni. La capacità di leadership dell’Italia si è resa evidente nelle giornate pugliesi, e fra poco ne parleremo senz’altro, ma il G7 italiano si è svolto in un modo del tutto inedito in confronto ai vertici simili del passato a causa della presenza di Papa Francesco, il quale è intervenuto con un discorso molto significativo riguardante il tema della Intelligenza Artificiale, ammonendo, a ragione, come le nuove tecnologie, utili e però da utilizzare con responsabilità, non possano prevaricare l’azione dell’uomo, che rimane superiore alle macchine.

Prima di Jorge Mario Bergoglio, nessun Pontefice ha mai partecipato alle sessioni del G7, e qui, andando così ad occuparci delle virtù messe in campo dalla presidenza italiana, si è rivelato efficace un ottimo lavoro di tessitura operato dal Governo e dalla premier Meloni, che ha fatto sì che anche la Chiesa, dalla natura inevitabilmente universale, potesse contribuire a tale consesso internazionale. La classe dirigente italiana, uscita vincente dalle elezioni politiche del 2022, ha sempre smentito con i fatti, sin dal proprio insediamento, tutte le varie Cassandre in malafede, ma con Borgo Egnazia essa ha seppellito del tutto le fosche previsioni di coloro i quali paventavano, perché mossi da interessi strumentali, un’Italia isolata e schernita a causa della presenza della destra ai vertici della Nazione. Al contrario, Roma è sempre più centrale in Europa e nel mondo e nei giorni scorsi ha dimostrato di possedere eccezionali doti di guida e coordinamento.

Il G7 si è concluso in maniera unitaria su tutti i principali dossier e non è sempre scontato che ciò accada perché i Sette Grandi, (Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America), pur avendo affinità ed interessi in comune, possono anche divergere circa determinate questioni. Alcuni G7 del passato hanno atteso prima di stilare un documento conclusivo che rispecchiasse le istanze di tutti.

Fra i tanti temi toccati a Borgo Egnazia, è emersa, più di ogni altra cosa, una ferrea coesione dei Sette a favore dell’Ucraina, ancora costretta a difendersi quotidianamente dalle aggressioni illegali della Russia di Vladimir Putin. Vi sarà un pacchetto aggiuntivo di aiuti, oltre a quanto già disposto sia dagli USA che dai Paesi UE, ed è stato sbloccato a favore di Kiev l’uso dei profitti derivanti dagli asset russi congelati in Occidente. La matassa degli asset di Mosca non era semplice da sbrogliare, ma si è scelto anche questo percorso per rafforzare un appoggio all’Ucraina che resta inevitabile.

La conferenza di pace in Svizzera ha rappresentato un passo in avanti nella direzione di una consapevolezza più allargata per quanto riguarda l’integrità territoriale ucraina messa a dura prova dalla guerra di Putin, ma il Cremlino non sembra interessato ad intraprendere un cammino verso negoziati seri. Le richieste russe, esternate pochi giorni fa, per un cessate il fuoco definitivo sono tutto fuorché serie e sono state avanzate con l’obiettivo di ricevere un rifiuto. Non pensiamo che Vladimir Putin e i suoi siano così stolti da immaginare che l’Ucraina possa accettare di rinunciare a quattro delle sue regioni e all’ingresso nella NATO. Ecco che i Sette Grandi e tutti i governi responsabili del pianeta non possono che proseguire nell’aiutare Kiev a negoziare la pace e non la propria resa.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

1 commento

  1. La fotografia della Meloni con Zelens’kyj legata a questo articolo,mi fa immaginare questo capo di stato ucraino come un eroe.Si,immagino anche che fra 100 anni Zelens’kyj
    sarà ricordato come un patriota e figura importante con tanto di monumenti: lo si potrebbe definire un Garibaldi ucraino.Forza quindi Volodymyr,vincerai con l’aiuto di tante Nazioni amiche ovvero,usando il titolo di una canzone dei Beatles,”With a little help from my friends”.

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