“Scelgo il male, perché il bene è banale…”: quest’affermazione da anni pare accomunare una platea di giovani sempre più corposa. Come spieghiamo il diffondersi a macchia d’olio di tale filosofia di vita? Per indottrinamento socio-politico? Per dissolvenza valoriale? Quanto il mondo della formazione e la disgregazione familiare fungono da concause? Per scelte commerciali? Celine Dion ne rappresenta un esempio lampante. L’artista canadese ha infatti lanciato una nuova moda per i bambini ‘senza genere’, facendo leva sulla libertà d’espressione assoluta con tanto di uno spot: perché essere obbligati a vestirsi e a vivere secondo codici che non si sentono propri? Meglio fare quel che si vuole, tanto nella vita quanto nell’abbigliamento. Lo spot mostra l’artista introdursi nel reparto neonatale di un ospedale dove i neonati indossano tutine rosa o azzurre e, soffiando una ventata di coriandoli dorati, trasforma i pigiamini pastello dei neonati in abiti bianchi e neri. Addirittura, un piccolo indossa una tutina nera con su scritto “New order” che rimandi a “Nuovo ordine mondiale”? La segnaletica ‘bambino’ e ‘bambina’ sul muro vengono sostituite con il logo del marchio. Tutto è ora nero, bianco e lugubre e nella scena successiva viene mostrato un neonato con una bandana raffigurante dei teschi”.
Lo sottolinea la senatrice di Fratelli d’Italia Tiziana Drago, membro della Commissione bicamerale infanzia e adolescenza.
“Le mozioni in merito alla crisi delle sale cinematografiche che sono state votate in Senato – osserva Drago – dovrebbero garantire che le attività di educazione all’immagine in raccordo con le sale cinematografiche siano svolte a tutela delle nuove generazioni e per un loro sereno ed armonico sviluppo psicosociale, arginando ogni forma di indottrinamento ideologico”.