Cloud: interrogazione di Urso (FdI), “Italia in Gaia alla pari di Francia e Germania”

“La necessità di una strategia nazionale per garantire sovranità, sicurezza ed efficienza nella gestione dei dati” è evidenziata da una interrogazione al neo ministro per la transizione digitale presentata del senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, responsabile del dipartimento Impresa di FdI e vicepresidente del Copasir, anche in relazione ai “rischi di sudditanza dell’Europa nei confronti degli Stati Uniti e dell’Italia nei confronti di alcuni partner europei”. Per evitare ciò, il senatore di Fratelli d’Italia, chiede al governo “quale sia l’intendimento del governo in merito alla partecipazione italiana al consorzio Gaia e con quali strumenti si intenda evitare che il ruolo del nostro Paese sia di fatto secondario rispetto a quello svolto da Francia e Germania; quale sia l’impegno messo in campo per garantire lo sviluppo di un sistema di cloud computing italiano e per favorire la realizzazione di Data Center nazionali opportunamente collegati da infrastrutture in fibra ottica così da rendere i dati in essi immagazzinati fruibili per tutti i cittadini italiani; quali iniziative intenda intraprendere per incentivare l’utilizzo del cloud europeo da parte della pubblica amministrazione e delle aziende ritenute strategiche e per garantendo al contempo la sicurezza e la protezione dei dati di interesse nazionale nei confronti delle grandi corporation del digitale”.

Urso, ricorda, che “quando si parla di infrastruttura cloud non si può prescindere dal ricordare che i server che lo costituiscono devono essere ospitati in opportune facilities (Data Centers) e devono essere ‘raggiungibili’ e quindi locati dove le infrastrutture in fibra ottica terminano” e che “questi server sono ospitati principalmente in Data Center di proprietà estera (Equinix, Interxion, Data4, Digital Reality, ecc.) e i cloud maggiormente utilizzati sono oggi di proprietà delle grandi multinazionali americane e cinesi (Apple, Google, Microsoft, Facebook, Amazon, Alibaba, Tencent, SalesForce, IBM, ecc.), colossi tecnologici extra europei che hanno abbiano il controllo sulle nostre informazioni, anche le più strategiche, come quelle delle forze di polizia, degli ospedali, delle istituzioni pubbliche centrali e locali, potendone liberamente disporre”.

Risulta, pertanto, “evidente la strategicità di possedere i dati in maniera da poterli elaborare per fini talvolta commerciali, talvolta strategici e talvolta politici, basti pensare alle interferenze di Cambridge Analitica e di Facebook in alcune campagne elettorali” e la necessità che anche l’Italia possa fornire in Gaia “il proprio contributo e giocare un ruolo di primo piano in questa occasione unica per riportare l’informazione ed il dato all’interno dei propri confini nazionali”

 

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