“L’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sul Covid è uno strumento fondamentale di democrazia per verificare la gestione della pandemia e chiedere spiegazioni sul mancato aggiornamento del piano pandemico. Non si tratta di un colpo di mano, di arroganza o di un dispetto istituzionale della maggioranza. Questa commissione non è stata chiesta dai poteri forti, ce lo hanno chiesto le nostre coscienze e gli italiani. La maggioranza di Governo esprime la volontà di fare chiarezza su un momento drammatico. È andato tutto bene nella gestione della pandemia? Noi pensiamo di no, pensiamo che ci sono molte zone d’ombra che meritano di essere approfondite”. Lo ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini durante il suo intervento nell’aula della Camera dei Deputati nella discussione generale sull’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sul Covid. “Conte e Speranza – prosegue Trancassini- hanno affermato più volte che l’Italia è stata un modello sia per la lotta alla pandemia sia per la ripresa economica. E allora cosa temono da questa commissione di inchiesta? Forse è il caso di ricordare i ritardi sull’erogazione della cassa integrazione che hanno portato molte famiglie sull’orlo della disperazione, di approfondire le dinamiche dell’acquisto delle mascherine in Cina, della gestione delle Primule e dell’efficacia dell’App Immuni. E come dimenticare i banchi a rotelle e la volontà ingiustificata di quella maggioranza di focalizzarsi sui codici ateco che hanno solo prodotto disparità nella popolazione. Ricordiamo i cittadini chiusi in casa e smarriti davanti a DPCM incomprensibili anche da un punto di vista cromatico: il neologismo del ‘giallo rafforzato’ era il primo segnale che l’armocromia avrebbe giocato un ruolo importante nelle idee e nei programmi del Pd” conclude.