Una Giorgia Meloni da standing ovation è intervenuta da remoto al Cpac, il grande evento dei conservatori di tutto il mondo svoltosi nel Maryland. E alla presenza dei più grandi leader mondiali, la premier Meloni ha ribadito principi cardine per il mondo conservatore: l’alleanza tra America ed Europa, la lotta alla libertà, alla sovranità, alla sicurezza, il ripudio delle lezioni delle élite globaliste e del loro pensiero unico che ha minato dall’interno alla stabilità delle nostre società: “A differenza delle élite globaliste, che credono che il governo dovrebbe “educare” il popolo e forzarlo ad accettare politiche che non hanno mai chiesto, noi crediamo nella democrazia. Noi siamo al servizio del popolo, non lo comandiamo”.
Alleanza non è sudditanza
Da sinistra, tutti avevano invogliato la premier a non intervenire sul palco del Cpac. Elly Schlein è stata tra i primi a scagliarsi contro di lei: “Persino Bardella ha annullato la sua partecipazione. Dopo questo fatto, ci chiediamo dove voglia portare l’Italia Giorgia Meloni, nella sua incapacità di scegliere tra la maglietta dell’Italia e il cappellino di Trump. Altro che ponte con gli Usa, si sta dimostrando già una vassalla. Abbia la decenza di dissociarsi da questo raduno neofascista per fare, una volta tanto, gli interessi dell’Italia”. Ma a rispondere a tono ci ha pensato il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti: “Nel dibattito sui rapporti tra Italia e Stati Uniti, c’è chi continua a parlare della solita favola: “Con Meloni, l’Italia è succube degli Usa”, ma alleanza non significa sudditanza. La politica estera va gestita con pragmatismo, sempre tutelando gli interessi nazionali. Per raggiungere gli obiettivi, servono ragionamento e non polemica, e per governare basta il centrodestra, non l’opposizione”.
“Chi spera nelle divisioni sarà deluso”
E infatti Giorgia Meloni lo è stata: è stata pragmatica e ha di fatto rinsaldato i rapporti con gli Usa: “Non può esistere Occidente senza Europa – ha chiarito la premier -. I nostri avversari si augurano che il Presidente Trump si allontani da noi. Scommetto che il Presidente Trump, che è un leader forte ed efficace, lavorerà per rafforzare la nostra alleanza, lavorando con il mio governo e con l’Europa. E coloro che sperano nelle divisioni saranno smentiti”. Il nuovo asset conservatore, che ha sempre più ottenuto il favore dei cittadini e che governa grazie al loro voto, non si dividerà e, contribuendo ai rispettivi interessi nazionali, collabora per quei valori supremi, come la libertà. Meloni riprende Pericle: “La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio”. Pretesto perfetto per parlare di Ucraina, la cui libertà è stata messa alla prova dall’avanzata russa, e per ribadire la vicinanza occidentale a Kiev, ricordando che una pace giusta “si può costruire solo con il contributo di tutti, ma soprattutto che si può costruire solamente con leader forti. E io so che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti d’America non vedremo mai più quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa”.
La sfida: recuperare l’orgoglio
Parole dunque che arrivano in uno dei momenti più duri per l’Occidente e soprattutto per l’Europa, che deve dimostrare di andare al di là dei suoi errori, deve riuscire a combattere quel pensiero unico, globalista e mainstream che l’ha portata all’irrilevanza odierna. Una sfida che va combattuta dal nuovo asset conservatore e che anche la stessa Giorgia Meloni si è assunta: “La battaglia è dura, ma la scelta è semplice: vogliamo assecondare il declino, o combatterlo? Faremo fallire la nostra civiltà o saremo pronti a difenderla? Lasceremo ai nostri figli un mondo più debole o più forte? Vogliamo che le nuove generazioni si vergognino delle proprie radici, o vogliamo che recuperino la consapevolezza e l’orgoglio di ciò che siamo e insegnarglielo? Io ho fatto la mia scelta molto tempo fa, e combatto per ogni giorno per onorarla. Io so che non sono sola in questa battaglia e che siamo dalla stessa parte tutti insieme. E questo fa la differenza”.