Sono passate poche ore dall’ultimo caso giudiziario che ha sconvolto la Campania, il caso Alfieri, il sindaco di Capaccio Paestum nonché presidente della provincia di Salerno per il Pd, indagato insieme ad altre sei persone per turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, già noto per essere un fedelissimo del governatore De Luca. A lui si deve la battuta che lo rese famoso come “avvocato delle fritture di pesce”, uno dei metodi che il salernitano consigliò di utilizzare al sindaco di Paestum per convincere le persone a votare ai tempi del referendum di Renzi nel 2016. Sono passate poche ore e De Luca, incontenibile, ha lanciato la sua sfida personale per il terzo mandato. Le sue parole, pronunciate durante un incontro con gli imprenditori del Distretto Orafo Campano a Marcianise, in provincia di Caserta, sono molto forti: “Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta”.
Il Pd denuncia il “sistema di potere deluchiano”
Quasi un ultimatum, rivolto non soltanto ai suoi avversari politici, ma soprattutto al suo partito, il Pd, che finora si è sempre detto contrario all’idea di un terzo mandato. Un duro affronto verso i suoi e verso i big del partito, specie verso Elly Schlein, che ancora tace, come ha sempre fatto in ogni situazione complicata, nonché verso i suoi uomini i quali, a differenza dell’italo-svizzera, non le mandano certamente a dire. Il napoletano Sandro Ruotolo, dal Parlamento europeo dove adesso è impegnato, ha lanciato nelle scorse ore una vera e propria bomba su De Luca in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano: “Dobbiamo dire addio per sempre al partito delle fritture – ha detto il giornalista in riferimento al caso Alfieri –. Da quanti anni è in piedi il sistema di potere deluchiano?”. In altre parole, persino al Nazareno si sono stufati di De Luca e il messaggio che lanciano i big del partito è chiaro: non si può continuare così.
C’è da dire che tra il salernitano ed Elly Schlein non ci sono mai stati ottimi rapporti. De Luca, alle primarie che hanno consacrato l’emiliana a capo della segreteria dem, scelse di sostenere il compagno Stefano Bonaccini e adesso, in questo contesto, è difficile immaginare che le divergenze si plachino e i rapporti ritornino alla normalità. Ma la bomba di Ruotolo ha un significato ben più profondo: sentire parlare, all’interno dello stesso Pd, di “sistema di potere deluchiano” ha un peso politico non indifferente. È il riconoscimento che in Campania qualcosa non va. Forse spaventati dall’ultimo caso Alfieri, prontamente scaricato dai dem, al Nazareno preferiscono prendere le distanze dal “sistema deluchiano”. Ma qui entrerà in gioco un altro fattore: De Luca, convinto com’è di scendere in campo anche senza il Pd, avrà i numeri per farlo? Il rischio che il Pd venga ridotto a colabrodo in uno dei suoi feudi, è davvero alto. E dunque il bivio: o ciò accadrà, o dalla segreteria faranno finta di niente pur di non perdere l’appoggio fondamentale del salernitano.
Gli insulti, la specialità della casa
Tuttavia, potrebbe essere difficile fare finta di niente di fronte alle parole che il governatore ha pronunciato ai suoi colleghi del Pd. “Io – ha detto De Luca rivolgendosi agli imprenditori – vado avanti a prescindere, anche se c’è sempre qualcuno che fa domande sulla base dell’imbecillità di qualche esponente del Pd”. Il riferimento è ad Antonio Misiani, deputato dem e commissario regionale del partito in Campania, reo di aver definito “non percorribile” la strada del terzo mandato. A lui è arrivata la solidarietà di Antonio Iannone, commissario di Fratelli d’Italia in Campania: “Credo – ha detto Iannone – che questo sia utile a far capire al Pd per anni cosa è stato per tutti il confronto con il loro Governatore. Chi si permette minimamente di dissentire, criticare o semplicemente avere un pensiero diverso viene immediatamente coperto di insulti. Allora diamo al Commissario Regionale del PD la solidarietà che – ha concluso – non abbiamo mai ricevuto dal suo partito”.