“Temo che il dibattito di oggi in Consiglio Regionale sul Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza sia superfluo, per non dire quasi inutile. Come si può discutere di scelte che il Governo ha preso senza confrontarsi con i territori, con gli enti locali, Comuni, Province, Città Metropolitane e Regione? Apprezzo la voglia di partecipazione e discussione dei colleghi del Partito Democratico, ma non posso non rilvevare come questo loro spirito in Veneto vada in senso nettamente opposto al loro atteggiamento a Roma, dove calano le decisioni dall’alto e come noi di Fratelli d’Italia, l’unico partito di opposizione e per questo quasi mai ascoltato, possiamo ben testimoniare”: ha aperto così il suo intervento nella seduta di questo pomeriggio del Consiglio Regionale del Veneto il capogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon, intervenendo nel dibattito sul PNRR.
“Non solo la situazione della sicurezza internazionale, ma anche tutti i rincari nel caro energia e caro-materie prime che stiamo registrando in queste settimane porteranno giocoforza a riscrivere e ridefinire l’intero Piano”, ha sottolineato Speranzon. “Le priorità inserite quando il documento è stato approvato, comprensibili benché molte non fossero da noi condivise, oggi sono superate: i drammi economici che stiamo vivendo oggi rischiano di protrarsi per lungo tempo. I costi dei mangimi sono saliti del 60%, la carta del 100%, l’approvvigionamento del legname si fa sempre più difficile con ricadute pesantissime sulle filiere dell’edilizia e del mobile, i carburanti stanno raggiungendo costi impressionanti: e su questo tema, come mai, nonostante le riserve sicuramente disponibili che potrebbero garantire disponibilità per lunghi tempi, i prezzi hanno subito iniziato a salire? Serve subito un osservatorio nazionale, perché questa è una piaga che affligge tutta l’Italia, a danno delle imprese e dei cittadini”.
Un passaggio anche sulla transizione ecologica e sul caro-energia: “Un tema giusto e importante, ma non possiamo dimenticare come a pochissima distanza da qui ci sia una centrale termoelettrica, quella di Fusina, dove si bruciava carbone prima di essere riconvertita, e oggi si torna a parlare dell’ipotesi di tornare a bruciare quel carbone che garantirebbe l’energia alla nostre aziende per continuare a lavorare e dare occupazione a migliaia di famiglie. Questo è il contesto attuale, completamente diverso rispetto a quello di solo pochi mesi fa, e in quest’aula non possiamo permetterci di restare fermi nel tempo: oggi noi dobbiamo portare qui i bisogni di chi vive, lavora e produce”.
Sul fronte turistico, “senza i russi si parla di un deficit di un miliardo di euro per il settore nazionale, e sappiamo quale sia il ruolo del Veneto in questo comparto, che è la prima industria in regione. Un altro dramma dopo – e insieme – alla crisi legata alla pandemia, ma ci chiediamo se tutte queste denunce saranno poi ascoltate da chi a Roma dovrà decidere o se, come già accaduto in passato, resteranno grida d’allarme inascoltate. Per questo Fratelli d’Italia appoggerà le risoluzioni presentate oggi in Consiglio, sperando che i rappresentanti dei partiti che siedono al Governo questa volta ascoltino e facciano qualcosa di utile per i veneti”.