Editoria, Fantozzi (FdI): “La Regione si attivi con Mise, Antitrust e Agcom per concedere più tempo alle tv locali nel passaggio alla nuova tv digitale”

Mozione presentata da Fratelli d’Italia. “Il passaggio al digitale di seconda generazione, che ha costi insostenibili per le aziende locali, rischia di oscurare per sempre le tante storiche emittenti locali e regionali in molte parti d’Italia. Il Mise si attivi tempestivamente a tutela dell’emittenza televisiva locale”

“Il passaggio al digitale di seconda generazione rischia di oscurare per sempre le tante storiche emittenti locali in molte zone d’Italia. Il passaggio, comporta, infatti, costi insostenibili per le piccole emittenti locali, che, non potendosi permettere il costo delle frequenze di primo livello, saranno costrette a cessare le trasmissioni. Se il Governo non interviene subito per trovare una soluzione, la rimodulazione delle frequenze, necessaria per consentire il passaggio alla tecnologia 5G, avrà gravissime ripercussioni sul futuro occupazionale dei lavoratori del settore. Come Fratelli d’Italia abbiamo presentato una mozione per chiedere alla Regione di attivarsi con Mise, Antitrust e Agcom per concedere più tempo alle tv locali nel passaggio alla nuova tv digitale” dichiarano il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico, ed il responsabile nazionale FdI Laboratorio Attività e Iniziative editoriali, Alessandro Amorese.

“Il passaggio verso nuovi standard è inevitabile, ma nell’interesse di tutti è necessario garantire ai cittadini la possibilità di adeguarsi tecnologicamente e alle emittenti di essere in grado di continuare a operare -sottolineano Fantozzi e Amorese- Ad andare incontro a ulteriori difficoltà saranno proprio molte delle emittenti televisive toscane che già operano «in contesti economici e sociali particolarmente delicati, continuando a rappresentare il punto di riferimento per l’informazione nello specifico territorio e garantendo stabile occupazione per centinaia di giornalisti e specialisti locali. Il rischio concreto è che il passaggio forzato alla nuova tv digitale, oltre a nuocere alla pluralità dell’informazione, possa aprire la strada a una crisi occupazionale senza precedenti”.

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