“L’Italia deve realizzare “un piano nazionale di sicurezza nazionale” con “la più ampia condivisione, in modo che possa restare valido ed indirizzare le scelte strategiche che il Paese dovrà compiere in questo settore nel lungo periodo. Esso dovrà mirare al perseguimento di una adeguata autonomia tecnologica e produttiva del Paese nel settore energetico, rafforzando le filiere nazionali di industria e ricerca, in collaborazione con i partner europei ed occidentali, in considerazione della collocazione geopolitica dell’Italia”. E’ quanto previsto dalle conclusioni alla Relazione sulla sicurezza energetica nella fase di transizione ecologica che è stata approvata dal Copasir questa mattina al termine di una indagine conoscitiva attivata in settembre, prima che si evidenziasse l’emergenza energetica, e che si aggiunge a quelle già precedentemente approvate da questo Comitato, sulla protezione cibernetica e la sicurezza informatica o sugli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo, a conferma della costante attenzione per i temi economici e produttivi del Paese. La relazione sulla sicurezza energetica, in particolare, giunge al termine di un ciclo di audizioni che hanno visto susseguirsi soggetti istituzionali e rappresentanti delle maggiori agenzie e aziende di settore, nel corso delle quali ognuno ha tracciato un quadro della questione informando il Copasir circa le prospettive per il futuro e le varie criticità da prendere in considerazione nell’ottica della tutela della sicurezza nazionale. Tutto ciò ha così consentito al Comitato di elaborare delle proprie conclusioni. La scelta di procedere a una relazione riguardante la sicurezza energetica è nata dalla considerazione che il tema energetico è centrale nel panorama attuale non solo “tecnico” ma anche politico, geopolitico, di cronaca e istituzionale. In particolare, il settore energetico è oggi esposto a minacce che destano profonda preoccupazione, e lo stesso presenta un livello intrinseco di vulnerabilità a causa della dispersione delle fonti di produzione, ai costi complessivi da sostenere, alle carenze negli investimenti che sarebbe necessario promuovere. La sicurezza energetica rappresenta un tassello cruciale da presidiare all’interno di una complessiva strategia di difesa dell’interesse nazionale che, in questo come in altri settori di rilievo per il sistema economico-industriale del Paese, andrebbe costruita e sviluppata. In questa prospettiva si ribadisce l’esigenza di un rafforzamento della cosiddetta intelligence economica a sostegno di un settore così decisivo, mediante un approccio non solo più difensivo e protettivo, ma anche proattivo e propositivo. Si determinerebbe in questo modo un grado di autonomia maggiore del nostro sistema, non più esposto alla dipendenza da altri Stati e si accrescerebbe la sua sicurezza, resistenza e stabilità rispetto alle oscillazioni, spesso repentine, degli scenari geopolitici. A tutto ciò si aggiunge lo scenario attuale di incremento dei prezzi, in particolare del gas, che si è registrato negli ultimi mesi e che verosimilmente rischia di contrassegnare anche il 2022. A tal proposito, nell’ambito delle audizioni svolte il Comitato ha acquisito da più parti l’indicazione che i prezzi delle materie prime energetiche, seppur destinati a diminuire con l’arrivo della primavera 2022, non torneranno a livelli pre-pandemia. Di ciò andrà tenuto conto per valutare l’opportunità di ulteriori interventi atti a compensare in maniera più strutturata il prezzo della bolletta energetica destinato a mantenersi elevato a lungo”.
Lo dichiarano il senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir, e il relatore on. Federica Dieni, vicepresidente, evidenziando come il testo completo sia disponibile sul sito parlamento.it