Due giorni fa, il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato di “Voler chiudere i conti” con le istanze curde del PKK: le forze militari turche avrebbero di fatto incrementato le proprie azioni nel Nord dell’Iraq. Sembra che siano stati demoliti 27 edifici tra nascondigli e magazzini per le armi, appartenuti proprio alle istanze curde.
Di seguito, le intenzioni di Erdogan in merito alla questione inerente un conflitto che dura ormai da 40 anni: “Vogliamo mettere in sicurezza il nostro confine con l’Iraq prima dell’estate e finire il lavoro anche in Siria. Pretendiamo che tutti nella regione rispettino la nostra strategia e il nostro bisogno di sicurezza. Al contrario potrebbero sorgere tensioni”.
Ebbene, sembra che il Premier turco sia determinato ed ostinato a portare avanti la propria missione, senza indietreggiare di un millimetro, ma è possibile il rischio di un’escalation: indipendentemente dalle azioni turche in Siria, Baghdad potrebbe rivelarsi piuttosto contraria al piano do Recep Erdogan, anche considerando la mal digerita presenza degli F16 turchi nel territorio iracheno da parte del governo di quest’ ultimo.
Piuttosto evidente che per completare il piano della “Zona Cuscinetto”, il Primo Ministro turco avrà la necessità di confrontarsi con il governo iracheno, per scongiurare incidenti diplomatici di qualsiasi sorta, i quali potrebbero effettivamente creare un’ulteriore escalation mediorientale.
Anche considerando l’attuale situazione tra Israele e Palestina, l’allargamento dei conflitti a macchia d’olio nel mondo arabo, rischierebbe di creare solamente un ulteriore scompiglio, accentuando il caos e deteriorando ulteriormente le relazioni internazionali.
Chiaramente, al Presidente turco non converrebbe creare ulteriori problemi in ambito bellico, anche considerando la sua alleanza con la NATO ed il plausibile rischio di tagliare i legami con l’Occidente in generale.
Peraltro, anche nel caso in cui l’Iraq dovesse accettare l’intervento turco nei propri confini, non è detto che non si possano verificare situazioni conflittuali piuttosto scomode per entrambi gli stati: la caratteristica dei conflitti armati, anche se premeditati, è quella di contenere spesso una percentuale di rischio variabile, e che potrebbe accentuare le problematiche in base agli eventi.