“In principio era l’Italsider, la più grande azienda siderurgica d’Europa, quindici milioni di metri quadri di superficie nella zona Tamburi di Taranto. È una proprietà pubblica che vuole costruire il più grande polo industriale del Sud Italia che dà lavoro, crea ricchezza ed è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia del boom economico. Dagli anni 80 in avanti, con la grande crisi del settore, inizia il primo e significativo cortocircuito. Lo Stato decide di privatizzare e lo fa svendendo l’attività al gruppo Riva a fronte di una perizia di valutazione di 4.000 miliardi il prezzo della vendita è stabilito in 2500 miliardi. La storia infinita dell’Ilva potrebbe continuare ed impegnare per settimane il dibattito di quest’aula. Nulla è stato risparmiato, sequestri, procedimenti penali, condanne, ma è proprio così che si divaga, perdendo di vista il punto di svolta e, ancora una volta, di assunzione di responsabilità del governo Meloni. Spiace constatare che, oggi, coloro che hanno contribuito ai disastri preferiscano ad un dignitoso silenzio la difesa delle scriteriate decisioni. Ma anche per chiedere scusa ci vuole serietà. Ed in questa confusione di ruoli e di assenza di una rotta è sicuramente mancata quella stabilità che rappresenta il minimo comun denominatore per attrarre gli investitori. La problematica dell’Ilva ha coinvolto e coinvolge anche una innumerevole serie di medie e piccole realtà di tutta Italia, fornitrici di beni o servizi che sono rimaste creditrici per lungo tempo e che perciò si trovano a scontare una grave crisi di liquidità. E penso ai trasportatori e spedizionieri goriziani o i terzisti liguri che in certi casi ancora stanno aspettando le liquidazioni dal precedente commissario. Con il governo Meloni si arriva all’amministrazione straordinaria, ma con tutele importanti verso ambiente, sicurezza, creditori e lavoratori. Una proposta di buonsenso e condivisa trasversalmente anche da parte di chi del governo Meloni non è encomiatore”.
Lo dichiara in Aula la senatrice di Fratelli d’Italia, Francesca Tubetti, segretario della commissione Finanze di Palazzo Madama.