Giorgia dialoga con Trump, Elly fa l’anti-Usa

Meloni telefona Trump e oggi in Uk incontrerà Zelensky. La sinistra irritata sbraita contro il tycoon: isolerebbe l’Italia se fosse al governo

Lo aveva detto e lo sta facendo. Dopo il caos diplomatico generato dal colloquio tra Trump e Zelensky, la premier Giorgia Meloni aveva richiamato all’unità tra alleati, tra la parte americana e quella europea dell’atlantismo, ricordando che ogni possibile divisione non farebbe altro che favorire “chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà”. In quel messaggio, giunto nella serata di venerdì, per richiamare all’ordine ed evitare un’inutile e controproducente polarizzazione tra filo-ucraini e trumpisti, aveva detto: “È necessario un immediato vertice tra Stati Uniti, Stati europei e alleati per parlare in modo franco di come intendiamo affrontare le grandi sfide di oggi, a partire dall’Ucraina, che insieme abbiamo difeso in questi anni, e di quelle che saremo chiamati ad affrontare in futuro. È la proposta che l’Italia intende fare ai suoi partner nelle prossime ore”. Beh, è il caso di dire: detto, fatto. Perché mentre le opposizioni hanno denunciato una presunta latenza della premier, lei lavorava sotto traccia per ricucire i rapporti tra Usa e alleati, anche sfruttando il suo rapporto personale con Donald Trump. Ieri in serata il tycoon e la premier italiana si sono anche raggiunti telefonicamente. Una telefonata che anticipa di qualche ora l’incontro che avverrà oggi, in Gran Bretagna, e che vedrà protagonisti Meloni, l’omologo inglese Keir Starmer e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Importante sarà ribadire la posizione italiana: contrarietà all’invio di truppe europee a Kiev, evitare isolamenti e fughe in avanti. Si parla, si discute, si dialoga e si arriva a una soluzione. Insieme.

Le opposizioni, come detto, restano scottate e soprattutto smentite dalle notizie delle ultime ore. Lamentavano una presunta assenza dell’Italia, fin dall’inizio hanno gridato (in realtà auspicandolo a fine elettorali) al presunto isolamento italiano. Ma l’Italia di Giorgia Meloni si conferma in prima linea nella risoluzione del conflitto in Ucraina. Sempre con la stessa ricetta: quella della coerenza. Non rinnegare la posizione pro-Ucraina ma farlo in un contesto atlantista, che non prescinda dalla presenza degli Stati Uniti, il cui apporto dovrebbe essere gradito qualsiasi sia l’estrazione del governo di turno.

Schlein sbaglia bersaglio

Sembra invece averlo dimenticato, invece, la sinistra italiana, prontissima a idolatrare Obama, Biden o la Harris ma troppo miope per apprezzare quello che è un dato di fatto: è grazie a Trump se finalmente si parla di trattative di pace. Anche in questo caso, però, la ricetta è la solita: demonizzare l’avversario, che in questo caso dovrebbe essere il miglior alleato. “La rielezione di Trump, favorita da una inedita saldatura tra il nazionalismo delle destre e gli affari di una ristretta oligarchia di tecno-capitalisti come Musk, aggrava questo scenario già complesso. Siamo di fronte a una concentrazione di ricchezza, potere, dati e tecnologie che non ha precedenti nella storia”. Parola di Elly Schlein, in una lettera inviata al quotidiano di fiducia Repubblica. Insomma, se la segretaria del Pd fosse al governo, sceglierebbe una strada distruttiva per l’Italia, quella dell’isolamento nella classica ipocrisia di chi denuncia presunte oligarchie ma era felice quando se ne formavano tra i democratici. La sua soluzione sarebbe rilanciare l’Europa dei burocrati e delle derive, quell’Europa che proprio nei momenti che contano (anche adesso) è lentissima e incapace di organizzare una visione comune, a farsi grande tra i grandi, a contare un fico secco nel mondo. Un enorme ‘vorrei ma non posso’ che resta, per fortuna, il motto più azzeccato per il Pd, che gli italiani scelgono – si capisce bene perché – di tenere lontano dalle sorti della Nazione.

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