Il Corriere della Sera riporta un estratto del libro ‘La versione di Giorgia’, in cui Giorgia Meloni rivela la sua visione della vita e del mondo nel corso di una lunga intervista con Alessandro Sallusti.
Nell’articolo del quotidiano di Milano emergono alcuni aspetti fondamentali dell’idea politica del premier in questa delicata fase storica, specialmente nel contesto europeo a pochi mesi dalle elezioni dell’Europarlamento.
Sul rapporto con la von der Leyen, il Presidente del Consiglio conferma: “Ursula lavora molto e sa ascoltare, non è difficile collaborare con lei. Poi certo tenere tutto insieme non deve essere facile. Il governo europeo è una costante mediazione tra le indicazioni dei singoli governi e gli equilibri politici che si impongono al Parlamento europeo. Quello in carica fa perno su una alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra. Un’alleanza che dalle nostre parti potrebbe ricordare l’esperienza non proprio felicissima dei governi di larghissime intese. Con un’aggravante però: la timidezza della parte moderata ha lasciato campo libero a un’agenda politica in cui il rosso e il verde hanno preso il sopravvento, almeno fino a pochi mesi fa”.
Stando a quanto emerge dall’intervista, il premier crede fortemente nel “dovere di provare a cambiare” questa situazione, perché, come in Italia, quando i governi sono sorretti da maggioranze troppo eterogenee, sono anche costretti a far convivere degli interessi che però, per loro stessa natura, sono inconciliabili e che finiscono inevitabilmente per “produrre politiche poco coraggiose, prive di visione”, e “senza visione, senza politica, si crea un vuoto che è riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati”.
“Serve un percorso che rimetta al centro la politica”, in sintesi. Oggi in Europa c’è l’occasione per i conservatori che, finora tenuti ai margini, hanno una opportunità per invertire la tendenza di una Europa oramai in una situazione di stallo. Fra l’altro, “il fatto che il terzo Stato europeo per importanza sia oggi a guida dei conservatori è un fatto rilevante per l’intera Unione, e smontando con i fatti la narrazione del «pericolo» che il mainstream ha alimentato in questi anni si può innescare un percorso nuovo”, ha sottolineato Meloni.
“La posta in gioco è alta” perché è ora di dimostrare (“come stiamo facendo”) che può esistere una buona destra di governo, capace di attuare politiche serie, affidabili ed efficaci, e “le elezioni europee del 2024 possono diventare l’inizio di una nuova stagione”.
Una nuova stagione che veda “un sano bipolarismo” all’interno dell’Unione Europea, che forse da troppo tempo è schiacciata dalla necessità di coordinare interessi molto lontani, scontando questa convivenza difficile sul piano delle politiche da attuare. Serve, piuttosto, una nuova maggioranza in grado di “indicare una strada chiara in una fase storica decisiva per l’Europa”.
Giorgia Meloni, riferendosi al suo rapporto con i Popolari, precisa, smentendo le catastrofiche ipotesi, di parlare con loro “in un clima di amicizia e concordia”, anche in virtù del fatto che ora, più di prima, si percepisce “molto interesse per il modello politico e di governo del centrodestra italiano”. È questo un interesse che va tenuto in alta considerazione e che può renderci fieri del nostro Paese, che sta piano piano riconquistando la sua centralità, tanto da essere preso come un esempio a cui guardare a livello extranazionale.
“L’Europa ha bisogno di fare scelte coraggiose, e quelle scelte per come la vedo io sono possibili solamente se la politica torna centrale e se a sostenere quella politica c’è una maggioranza composta da visioni non dico identiche ma almeno omogenee e compatibili”. È questa, in sintesi, la visione che ha Giorgia Meloni sul futuro dell’Europa. È proprio questa visione, già attuata in Italia su molti fronti, che ha buone probabilità di avere successo anche nell’Unione, con la speranza di costruire un nuovo futuro in cui torni centrale il ruolo della politica, in modo da pensare meno alla burocrazia e di più alle scelte giuste da adottare nei confronti dei cittadini.