Si chiama Mohammad Hannoun l’uomo inserito dal dipartimento del Tesoro Usa nella lista delle persone da sanzionare per i loro finanziamenti a favore di Hamas. L’uomo è un architetto e vive a Genova, dove da anni organizza raccolte fondi a sostegno, così dichiarava, del popolo palestinese attraverso la Association of Solidarity with the Palestinian People. Tuttavia, secondo le autorità statunitensi, i soldi raccolti non andavano in beneficenza al popolo palestinese, ma direttamente all’organizzazione terroristica: da Washington ritengono Mohammad un “membro di Hamas in Italia”, che “dice di raccogliere fondi per scopi umanitari, ma in realtà aiuta a finanziare l’ala militare di Hamas”. Pare infatti che la sua associazione “ha inviato denaro a organizzazioni controllate da Hamas almeno dal 2018”, per un ammontare di “almeno 4 milioni di dollari ad Hamas in un periodo di 10 anni”. Il provvedimento ora impone il congelamento dei beni.
Il passato e i rapporti con la sinistra
Ma già in passato Hannoun e l’associazione era stati al centro di indagini: secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, l’associazione aveva destato sospetto per alcune anomalie, come ad esempio la mancata iscrizione al registro dell’Agenzia delle Entrate e la movimentazione di contante verso persone già inserite nella black liste delle banche europee. Anche nel 2023, Hannoun era stato al centro di alcune segnalazioni delle forze di intelligence israeliane, riguardo circa un milione di euro illecito che girava tra Italia, Germania e Stati Uniti. La questione più interessante di questo vicenda, tuttavia, riguarda i presunti rapporti dell’accusato con alcuni politici italiani. Ancora Repubblica, in merito, cita presunti rapporti con l’ex sottosegretario grillino (sotto i due governi Conte e il governo Draghi) Manlio di Stefano. Inoltre, pare che Hannoun abbia partecipato a una visita ai campi profughi palestinesi, a gennaio, insieme ad Alessandro Di Battista e Stefania Ascari, già capogruppo del Movimento Cinque Stelle nella commissione bicamerale antimafia. Secondo Formiche.net, Hannoun avrebbe avuto dei rapporti anche con l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Inutile citare i contatti con imam operanti in Italia.
Kelany attacca: “La sinistra prenda le distanze”
A riprova dell’indiscussa vicinanza, quantomeno ideologica, di Mohammad Hannoun ad Hamas, spunta un post datato 2021, in cui l’uomo, in risposta a un articolo del Manifesto, scriveva che “i sondaggi parlano chiaro, Hamas è un partito che è stato democraticamente eletto in Palestina, e rappresenta una grande maggioranza dei palestinesi. Ed è questo ciò che conta, i partiti devono prima soddisfare le esigenze del popolo di appartenenza, e poi, forse, del resto del mondo”. Dura la replica di Sara Kelany, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile del dipartimento Immigrazione del partito: “Apprendo – ha detto l’onorevole – che l’ufficio del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, incaricato di applicare le sanzioni economiche contro persone e organizzazioni considerate una minaccia per la sicurezza nazionale, ha aggiunto Mohammed Hannoun all’elenco di persone e gruppi con cui è proibito avere rapporti commerciali. L’Architetto Hannoun, dunque, secondo il Dipartimento di Stato americano sarebbe il terminale in Italia di una serie di fondi che transitano da associazioni europee direttamente sui conti correnti di Hamas. In più occasioni Hannoun ha avuto rapporti con la politica italiana di sinistra, da Stefania Ascari, a Laura Boldrini, fino a Nicola Fratoianni, che in più occasioni si sono trovati a sponsorizzarne le attività che con spregiudicatezza lui passava per attività benefiche. Mi aspetto una netta presa di distanza delle sinistre, sempre troppo timide se non silenziose su questi temi, da questo soggetto ormai ritenuto a tutti gli effetti – ha concluso Kelany – un finanziatore di Hamas”.