Che a sinistra fossero campioni mondiali nella disciplina “Due pesi e due misure” è storia arcinota: la sinistva paviolina con la puzza sotto il naso è fenomenale nel piangere e chiedere la deminutio capitis se qualcuno critica i vestiti della Bellanova, la mise della Cirinnà o le attitudini sessuali di questa o quella loro esponente.
E’ colpa del maschio, dello sporco maschio eterosessuale xenofobo di destra (anche un po’ razzista). Perchè il paviolino vadical chic non ammette che si possano criticare le donne: “E’ brava perché è donna, viva le quote rosa, viva le MeToo, viva tutte le donne!”. Pazienza se poi, nel caso specifico, non hanno alcun merito o qualità. Per intenderci, il vadical chic – nel parlare di donne – in quanto a dignità se la gioca con il maschio medio, che non ne vede una da qualche anno, l’8 marzo.
Giorgia Meloni, tra le donne, è l’unica ad essere leader di un movimento politico, in ascesa e coerente con se stesso ed i propri ideali. E’ mediaticamente esposta e non si tira mai indietro. Neanche quando si tratta di esprimere opinioni sacrosante: perché, simpatico o meno che possa risultare, è innegabile che mandare a processo Matteo Salvini – sconfessando le posizioni assunte in merito (eh, Italia Viva, il web ricorda…) – è un atto unicamente politico e di parte.
E questo non sta bene al vadical chic. Perchè non si chiama Teresa, non si chiama Maria Elena, non si chiama Monica. Si chiama Giorgia. Quindi scatenare la macchina del fango diventa cosa buona e giusta, per il paviolino.
Ed è così che esce dal pozzo senza fondo dell’ignominia addirittura Sandro Veronesi, che destatosi dal torpore estivo, nel replicare all’osservazione meloniana, risponde: “Vigliacca e traditrice, te e tua sorella”.
Chiunque abbia giocato a calcetto tra amici sa benissimo che il più classico degli insulti è quello riferito all’operato di madri, mogli e sorelle. Sorprende che una persona elogiata dal mainstream, una di quelle per cui la donna è sacra, non criticabile, da amare e rispettare incondizionatamente, una di quelle che se c’è da fare una campagna buonista non si tira mai indietro, si ritrovi ad insultare una donna per delle opinioni espresse, mostrando la profondità ed arguzia di un ragazzino maleducato di 13 anni. Ad esser buoni.
Il problema è solamente uno: quando le donne riusciranno a capire che sono sfruttate ed utilizzate dalla sinistra per i loro fini? Questa sinistra non ha nessuna intenzione di tutelare realmente la donna, quanto più di utilizzarla come specchietto per le allodole e trattarla come un animale in via di estinzione, né più né meno come il WWF utilizza il panda: un simbolo sacrificale sull’altare del politicamente corretto.
La donna non si difende con le quote rosa, la donna non si tutela creando discriminazioni ex adverso a detrimento dell’uomo, la donna non si rende maggiormente partecipe della vita pubblica imponendo delle campagne anti – odio portate avanti da chi odia.
La donna si tutela mettendola in condizione di correre alla pari, senza discriminazioni né privilegi di genere: come disse la stessa Meloni “Il fatto che io sia donna non mi autorizza a pretendere trattamenti migliori rispetto agli uomini. Una donna può essere criticata anche se donna”.
Anche Veronesi può essere criticato, ma preferiamo non farlo perché, come recita un antico adagio, “ai pazzi e alle creature dì sempre che hanno ragione”.
E va beh questo signor Veronesi si commenta da solo quindi non è proprio il caso di perdere tempo dietro a simili tristi affermazioni…