Ieri, il giornalista e politico russo, Alexei Navalny, è morto in carcere a causa di una “Morte Improvvisa”, sebbene lo sconcerto e la diffidenza, oltre al pensiero che ci sia la mano del Cremlino dietro a questa scomparsa.
Alexei Navalny, si è distinto in passato per essersi opposto alla figura di Vladimir Putin, concentrando il proprio attivismo politico su una linea filo-occidentale, ma evidentemente non è riuscito a contare sul supporto costante della popolazione e dell’opposizione stessa.
Il giornalista russo, è tutt’ora oggetto di un dibattito, di seguito, due diverse asserzioni sul caso: ”Profondamente turbata e rattristata dalla notizia della morte di Alexei Navalny. Putin non teme altro che il dissenso del suo stesso popolo. Un triste promemoria di ciò che rappresentano Putin e il suo regime. Uniamoci nella nostra lotta per salvaguardare la libertà e la sicurezza di coloro che osano opporsi all’autocrazia”, queste le parole di Ursula Von Der Leyen, che riflette sui rapporti di forza e del Monopolio della violenza all’interno del direttivo del Presidente russo.
Dall’altra parte, invece, una singolare opinione da parte dello scrittore Nicolai Lilin, che sulla vicenda si è espresso così: ”Quando Putin ha massacrato tutti i nazisti, Navalny ha trasformato se stesso in un progetto da vendere. Lavorava con una grande squadra di professionisti, hanno fatto un blog, notiziari, piattaforme social e così via. Era una organizzazione che ha cominciato a ricevere sponsorizzazioni dall’Occidente e Navalny da nazista si è trasformato in un libertario” e ancora “Un elemento di disturbo in Russia che lavora per gli interessi del mercato occidentale. Per questo è stato internato nel carcere. Io sono contrario a questa carcerazione, ma sappiamo che la Russia funziona così, è un sistema autoritario e se ti comporti in un certo modo vieni punito in un certo modo. Poi, quello che è successo in carcere è un mistero”.
Dopo il tentato ed inspiegabile avvelenamento dovuto al Novychok nel 2020, si pensò, anche in questo caso, che ci fosse “lo zampino” del Cremlino in questa vicenda.
La sua partecipazione alla “Russkij Marsh” nel 2006, fu uno dei modi in cui Putin tentò di contrastare il giornalista e gli altri oppositori, che vennero definiti xenofobi e nazisti.
Navalny non è stato ideologicamente lineare in tutti questi anni, cambiando talvolta schieramento, ma sostenendo sempre con ardore la causa “Anti-Putin”, fino a diventarne uno dei baluardi.
Tante le voci su Navalny, poche le spiegazioni in merito alla sua scomparsa: ancora oggi, la dicotomia dello scontro tra il Presidente russo ed il giornalista defunto, resta una storia piuttosto singolare e piena di ombre.
Caro Yanezmess, è quasi commovente leggerti. Per fortuna siamo in un paese libero, e lo saremo sicuramente ancora per molto tempo, grazie anche al Governo attualmente in carica, e ciascuno – persino tu – può dire quello che vuole senza essere portato al manicomio come succede in Russia, in Iran, in Cina e in tanti regimi che combattono i costumi licenziosi dei “liberal democratici”.
Conosco bene la storia della Destra, si tratta di intenderci su cosa sia la Destra.
Con affetto
Alessandro
Ho l’impressione che la storia delle destre sia poco conosciuta.
Franco in Spagna non è crollato dopo la prima catastrofe bellica. È durato vita natural durante e prima di morire ha dettato le regole per la transizione verso la democrazia.
Semmai sono stati i fautori delle libertà democratiche a cadere alla prima catastrofe bellica, come i Repubblicani di Spagna nel 1936-39.
Mio nonno ha combattuto con Franco contro i Repubblicani, i Socialisti, i Comunisti, i Liberal-democratici, l Separatisti, insomma contro i Rossi, come si chiamavano tutti costoro allora.
Penso che si rivolterebbe nella sua tomba a vedere oggi persone che si definiscono di destra che inneggiano ai Radical-chic alla Navalny, ai Reazionari filo economisti ebraici alla Netanyahu, ai Progressisti che vorrebbero negrizzare il mondo per i loro interessi, stile Biden.
Se la sinistra è arrivata al punto di rinnegare se stessa per calcolo elettorale, mi sa tanto che anche noi non siamo da meno….
Per carità, siamo in democrazia e voi tutti avete il diritto di professare le vostre idee liberamente.
Io invece resto coerente con le mie: i Vichinghi, il Bushido e Yukio Mishima, il Sindacalismo verticale, la Falange e “Meine Ehre heisst Treue”, etc.
Ah, dimenticavo. Per tutti coloro che sono di destra ma detestano Donald Trump: il Tycoon è stato processato non perché ha rubato i soldi ai cittadini americani, è stato processato per avere rubato i soldi alle banche e alle assicurazioni!!!
Se questa è la vostra democrazia, io invece dico “Che vinca Trump !!!!!!”
Ieri ho visto in televisione un delirio di paragoni illustri della figura di Navalny.
Addirittura lo hanno paragonato a Martin Luther King e a Nelson Mandela.
Capisco l’affanno dei giornalisti nel cercare di dare un quadro accettabile alla lotta contro l’autocrazia di Putin, ma Navalny non ha mai avuto nulla a che vedere con chi ha lottato in passato per i diritti di persone povere e sfruttate.
A differenza di Martin Luther King e Mandela, a Navalny non è mai interessato delle condizioni di vita degli operai, contadini e disoccupati russi. Nemmeno si è mai preoccupato se i lavoratori russi fossero più o meno sfruttati o se i piccoli commercianti e imprenditori dovessero pagare tasse inique.
La lotta di Navalny prima e ora probabilmente di sua moglie, riguarda solo ed esclusivamente lo status della classe intellettuale radical-chic e presumibilmente della sinistra ecologista e filo transgender, filo immigrazione, etc, della Russia.
Praticamente a lui interessava solo che anche in Russia ci fosse lo stato delle cose uguale alla società americana e dell’Unione Europea.
Per lui contava solo che anche in Russia ci fossero immigrati africani o asiatici da usare come giardinieri e colf nelle ville dei radical-chic scrittori o sceneggiatori cinematografici, che a Mosca e San Pietroburgo si festeggiassero i Gay Pride e che magari pure in Russia i cantanti alla Fedez potessero evadere tranquillamente le tasse con la scusa della beneficenza, sai se le tasse non le paga un oligarca amico di Putin è un delitto contro le libertà individuali, invece se non le paga un intellettuale di sinistra è giusto.
Putin e un feroce dittatore, su questo siamo tutti d’accordo, ma non crediamo che Navalny fosse il Robin Hood che toglie ai ricchi per dare ai poveri. Tutt’altro.
Personalmente ho sempre diffidato dai Robin Hood che rubano ai ricchi per donare ai poveri. Qualche anno fa in Italia c’erano bande di teppisti che in nome dell’esproprio proletario spaccavano vetrine rubavano nei negozi e nelle case, e così via.
Preferisco di gran lunga un intellettuale filo americano come sembra fosse diventato Navalny. Era comunque un uomo contro una delle più feroci dittature del mondo contemporaneo. Tanto mi basta per portare rispetto e onore a Navalny, non so a quale titolo qualificato per filo transgender, nel caso non mi interessa, preferisco un mondo come il nostro, nel quale un uomo anche se fosse filo trangender non sarebbe incarcerato a vita e ucciso.
Purtroppo in Russia, come sotto i nazisti tempo fa, la dittatura ha raccolto il consenso della maggioranza. Non dimentichiamo che il popolo russo non ha mai provato la libertà. E’ passato dallo Zar al Comunismo, e dopo qualche anno di disordini nei quali gli ex-gerarchi si sono impadroniti del potere politico ed economico ora continuano la dittatura.
Questi regimi, cone il nazismo, cadono solo dopo una catastrofe, bellica o economica.
Non sono ottimista in merito.
Con affetto
Alessandro