La storia di Sergio Ramelli in libreria

Sono diversi, in occasione della ricorrenza del cinquantesimo anniversario dalla morte, i volumi usciti in questi mesi in libreria dedicati alla storia di Sergio Ramelli. Oltre alla nuova edizione, per Idrovolante, del libro scritto a più mani da Guido Giraudo e altri, intitolato Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura, che è stato presentato alla Camera dei deputati e che in queste settimane sta girando l’Italia, va registrato, a dicembre 2024, Il tempo delle chiavi di Nicola Rao (Piemme), di cui si è parlato nell’ultima edizione di Atreju. Sono inoltre disponibili, da pochi giorni, Hazet 36. Sergio Ramelli, storia di un omicidio politico di Pino Casamassima (Solferino) e Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio (Mondadori) di Giuseppe Culicchia.

Nel primo l’autore inserisce il racconto della vicenda Ramelli nel contesto generale dell’Italia di allora (quella degli “opposti estremismi”), ricostruendo con correttezza quanto accaduto dall’antefatto al processo con particolare attenzione sia alle dinamiche interne alle varie formazioni della sinistra “militante”, sia – citando lettere e dichiarazioni in tribunale – al percorso personale di alcuni degli assassini. Non mancano, nella “rievocazione di un episodio che ha segnato la storia degli anni di piombo, capace ancora oggi di incendiare gli animi” – si legge nella quarta di copertina – le testimonianze della mamma di Sergio e della sorella Silvia. E un interessante scritto, a svelare i retroscena giuridici dell’omicidio Ramelli, del giudice Guido Salvini, che insieme al collega Maurizio Grigo “riuscì ad appurare le responsabilità individuali della squadra del servizio d’ordine di Avanguardia operaia dopo che per anni le indagini avevano girato a vuoto”.

A sua volta il volume di Giuseppe Culicchia, che chiude la sua trilogia sugli anni di Piombo (ha infatti pubblicato due libri dedicati alla storia del cugino, il brigatista Walter Alasia), ripercorre la storia di Sergio Ramelli rivolgendosi direttamente a lui, in un immaginario dialogo che contribuisce a calare i lettori nella narrazione delle vicende che hanno visto un ragazzo di diciotto anni terminare la sua vita sotto colpi di chiave inglese. 

Questo libro esce a cinquant’anni di distanza dagli avvenimenti che racconta per tenerne viva la memoria” si legge nelle prime pagine. Poi inizia il racconto di quegli anni difficili, del clima di violenza diffusa, della cieca ideologia e dell’odio, di cui è stato vittima Ramelli. La sua storia – dal tema sulle Brigate Rosse, all’agguato, alla morte e, dieci anni dopo, all’individuazione degli assassini – viene tracciata con grande onestà e sensibilità, anche attraverso le parole dei familiari e degli amici, gli articoli di giornale e i documenti processuali. Perché, scrive Culicchia, “ogni storia merita rispetto”. E quella di Ramelli, “che venne perseguitato e ucciso per il semplice fatto di avere manifestato idee contrarie a quelle della maggioranza dei suoi coetanei”, andava raccontata. Anche se sono trascorsi cinquant’anni. Perché c’è ancora qualcuno, come chi, in una libreria Feltrinelli a Milano, ha capovolto il volume di Culicchia con la foto di Sergio in copertina, che non ha imparato nulla dal passato.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.