“ACC, con la sua produzione ricercata in tutto il mondo, e Ideal Standard, con un marchio come Ceramica Dolomite che ha fatto e fa ancora la storia, sono due eccellenze bellunesi, venete e nazionali; è gravissimo che le capacità dei lavoratori vengano disperse così e le aziende date per spacciate, rendendole inappetibili ai possibili acquirenti”, continua De Carlo, che annuncia che martedì alle 16.00 parteciperà all’incontro tra i parlamentari bellunesi e il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. “Incalzerò il ministro dandogli un quadro reale delle due aziende, decisamente diverso da quello che qualcuno vuol far passare, e ribadirò le mie convinzioni sul loro futuro: per ACC, il destino dovrà essere l’acquisto da parte di Fincantieri, mentre per Ideal Standard è fondamentale convincere la proprietà a vendere valorizzando il marchio Ceramica Dolomite”.
De Carlo è sceso in piazza anche in veste di sindaco: “Al collega Stefano Cesa va tutta la mia solidarietà e il mio impegno, anche se dall’opposizione, per cercare di trovare una soluzione positiva per queste crisi aziendali. Non si tratta di un problema del solo Borgo Valbelluna: il destino di centinaia di famiglie di tutti i comuni bellunesi è indissolubilmente legato al futuro di queste realtà”.
“ACC e Ideal Standard non sono aziende decotte, come qualcuno vuol far credere, ma sono realtà che vivono grazie al quotidiano sacrificio dei propri lavoratori. In tutto questo, è gravissimo l’atteggiamento della maggioranza di governo, che consuma le proprie liti sulla pelle delle famiglie bellunesi”.
Così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presente alla manifestazione di questa mattina a Borgo Valbelluna in difesa delle due storiche imprese.
“È inaccettabile che una vallata rischi di veder svanire 800 posti di lavoro a causa del vuoto totale dell’intervento pubblico”, continua De Carlo. “ACC è un’azienda in amministrazione controllata e paradossalmente non ha ricevuto un euro dallo Stato; anzi, c’è stato chi, anche per Ideal Standard, ha voluto far passare l’idea che si tratti di industrie ormai finite. Non è accettabile che aziende che possono essere salvate vengano chiuse perché non c’è l’intesa politica per trovare una soluzione”.