Le reazioni surreali della sinistra alla conferenza stampa di Giorgia Meloni

Accusano Meloni di parlare solo di Musk, ma dimenticano che le domande le fanno i giornalisti…

Dopo la conferenza stampa di fine anno tenuta ieri in giornata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il mondo della politica ha rotto quella tregua che si era creata (e ci mancherebbe altro) con il ritorno di Cecilia Sala in Italia. Se infatti per qualche ora tutti hanno saputo riconoscere i meriti del governo nel rientro della nostra connazionale (anche se molti, nei ringraziamenti, hanno utilizzato la più comoda formula “chi ha lavorato per la scarcerazione”), ieri pomeriggio ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Le opposizioni sono tornate all’attacco di Giorgia Meloni, sferrando colpi che hanno permesso a Fratelli d’Italia, secondo il sondaggio Euromedia Research per ‘Porta a Porta’, ben oltre la soglia del 30%. Insomma, non un bellissima strategia, quella seguita dai sinistri, che hanno commesso quasi tutti gli stessi errori: incolpare la Meloni di non aver parlato di determinate materie quando la premier rispondeva semplicemente alle domande che le venivano poste e focalizzarsi a dismisura sulla figura di Elon Musk. Il quale, per carità, essendo l’uomo più facoltoso del pianeta avrà il suo appeal, ma non è quello di cui gli italiani vogliono parlare in continuazione. Anche perché stanno fallendo, miseramente, tutti i tentativi di dipingere il patron di Tesla come un mostro che non è.

La risposta di FdI a Schlein: “Le dichiarazioni non vanno preparate prima”

Il primo errore, e anche piuttosto grossolano, lo commette Elly Schlein, la segretaria del Pd: “Giorgia Meloni ha completamente dimenticato le condizioni di vita degli italiani. Non una parola sulle infinite liste di attesa nella sanità pubblica, sulle bollette insostenibili, sulle pensioni che volevano portare a mille euro e invece aumentano di 1,80 euro, sul salario minimo negato”. Ha aggiunto: “Evidentemente era troppo impegnata nella difesa d’ufficio e nell’interpretazione autentica del pensiero di Trump e Musk”. La risposta di Fratelli d’Italia è tutta da gustare: “Elly Schlein, ti aspettavamo e anche questa volta ci hai strappato un sorriso. Nelle conferenze stampa sono i giornalisti a fare le domande e molte di queste erano su Musk. E guarda un po’ il caso, i più ossessionati erano proprio i giornalisti a te cari”. E infine la chiosa: “Un consiglio: le dichiarazioni vanno preparate dopo aver visto la conferenza, non prima”. Strategia simile, ergo similmente fallimentare, quella seguita dal pentastellato Giuseppe Conte: l’ex premier denuncia tre ore “senza mai parlare di sanità, di bollette aumentate del 30%, rincari fino a mille euro in vari settori, di aumento della pressione fiscale e di disagi dei pendolari”. E la risposta potrebbe essere la stessa: le domande le pongono i giornalisti.

L’ossessione per Musk e la difesa di Soros

Gli altri leader hanno accusato la premier di essersi soffermata troppo su Elon Musk. Premier che, all’ennesima domanda sul visionario, si è messa le mani nei capelli mimando disperazione. Magi, di +Europa, ha parlato di “appiattimento totale e pericoloso all’agenda Musk”, Calenda di Azione ha detto che “una persona che dice che vuole rovesciare il governo inglese e mandare il premier in galera”, riferendosi a Musk, “è pericolosa e inaffidabile”. Malgrado la premier abbia confermato di non condividere in questo caso le parole di Musk e che non esiste alcuna sua ingerenza sulle politiche dei governi, men che meno su quelle del governo italiano. Ancora da +Europa, parte la difesa verso il pupillo Soros: Meloni “mischia le pere con le mele e la butta in caciara – ha sostenuto Benedetto Della Vedova –. Soros non è mai stato membro del governo americano, non ha mai avuto un ruolo da protagonista nelle campagne elettorali, ha finanziato cause per la libertà, la democrazia e i diritti dei migranti. A lei tutte queste cose non piacciono”. Proprio quella che diceva Meloni in conferenza stampa: Musk non ha mai finanziato nessun partito se non quello repubblicano secondo una pratica diffusa negli Usa, Soros ha finanziato partiti stranieri più volte (+Europa e uomini di Pd e Avs, ad esempio) per influenzare le nostre politiche e dovremmo deglutire la favoletta della filantropia.

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