Il Sud che rinasce dalle sue ceneri, il governo che lo aiuta a sprigionare le sue energie, la stampa internazionale che riconosce i risultati raggiunti e ora anche dal Meridione arrivano le conferme che il buon lavoro dell’esecutivo sta fruttando i risultati sperati. Il maggiore quotidiano del Mezzogiorno che elogia l’operato del Governo. Ci arriveremo.
Sud locomotiva d’Italia
Intervenendo all’assemblea generale di Confindustria, la premier Giorgia Meloni ha ribadito che “il Sud nel 2023 è stato la locomotiva economica d’Italia, non il fanalino di coda”. Una ripresa inaspettata dai più ma non certo dalla compagine governativa, che ha scommesso sul Meridione, sulla sua forza lavoro e sulla volontà dei suoi cittadini, eclissati negli anni scorsi dal mero assistenzialismo fine a sé stesso, improduttivo per Regioni che invece avevano bisogno di incentivi. E gli incentivi sono arrivati, con le decontribuzioni all’assunzione a tempo indeterminato volute dal governo e che bene hanno fatto ripartire il mercato del lavoro dopo l’oblio del Reddito di Cittadinanza. E ancora gli investimenti, con la Zes Unica che proprio pochi giorni fa ha raccolto i suoi primi frutti, con il Pnrr e i fondi di Sviluppo e Coesione che stanno riducendo lo storico gap con il Nord. “Abbiamo scommesso – ha detto la premier – sull’orgoglio di un Sud che non chiede sussidi ma di essere messo alla pari con il resto d’Italia nelle condizioni di partenza, e questo si fa con riforme e investimenti perché, se non ci sono infrastrutture, tutto il resto che si produce non avrà uno sbocco”.
Gli elogi della stampa estera
Poche settimane fa, il settimanale britannico The Economist aveva pubblicato un articolo su “come il Mezzogiorno sta beneficiando dell’ondata di aiuti Ue”, con il cambio di passo arrivato proprio da quando Giorgia Meloni è salita a Palazzo Chigi. Una nuova modalità di gestione e di assegnazione dei fondi rispetto a quanto fatto dai precedenti governi, che ha ridotto i rischi legati alle infiltrazioni mafiose e, al contempo, ha accelerato il raggiungimento degli obiettivi. Emblematico l’esempio riportato dal settimanale, che ha raccontato l’episodio di un cittadino di Reggio Calabria, rimasto sorpreso per la celerità (3 giorni) con la quale gli è stata riconsegnata la patente dopo aver fatto richiesta di rinnovo. Piccoli risultati che fino a poco tempo fa erano impensabili. Di tutt’altro peso, però, le conferme della ripresa se arrivano non dalla stampa estera, ma dai diretti interessati.
Bisogna credere in questo cambiamento
L’editoriale del Mattino di oggi, a firma del direttore Roberto Napoletano, non deve essere preso sottogamba. È una presa di posizione importantissima, che dimostra come l’esecutivo si stia muovendo sulla strada giusta: “Si è deciso – ha riconosciuto il direttore – di rompere con l’assistenzialismo e i sussidi, e si è messa in moto la macchina degli investimenti pubblici per mettere il Sud nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto d’Italia. È un fatto che con il Pnrr si è elevata l’asticella della perequazione portandola al 40% per il Mezzogiorno. È un fatto che il Pil è cresciuto dell’1,3% più della media nazionale e che proprio la crescita delle esportazioni del Sud nel primo semestre di quest’anno hanno consentito all’Italia di diventare il quarto Paese esportatore mondiale superando il Giappone. Gli investimenti sono saliti del 50% e la nuova occupazione al Sud aumenta in misura maggiore rispetto alle altre aree del Paese”. Tutte misure volute dall’esecutivo, tutti risultati ottenuti dall’esecutivo. Il Governo Meloni ha creduto nel Sud, nelle sue grandi potenzialità, nella sua conformazione geografica con cui si erge al centro del Mediterraneo, che lo rende idoneo a diventare il punto di riferimento per le politiche energetiche dell’intera Europa. E ancora le risorse naturali, la produttività, le eccellenze, il turismo. “Essere consapevoli della forza dirompente di questa scelta”, la scelta di credere nel Sud, “dovrebbe essere la base comune di un’azione che tutte le forze politiche sostengono nell’interesse del Paese e dell’Europa”. L’auspicio è che questo cambiamento venga compreso da tutti, che tutti possano capire le potenzialità di questo lavoro: “Bisogna credere in questo cambio di paradigma che non tutti vogliono vedere e avere la pazienza dei costruttori di lunga lena perché – ha chiosato – non si torni più indietro”.