L’UE si prepara alla nuova missione nel Mar Rosso: ecco i dettagli

L’impegno per la nuova missione nel Mar Rosso da parte dell’ UE è ormai un piano già appurato a livello istituzionale: sebbene alcuni dettagli debbano essere ancora stabiliti, i membri UE, ritengono opportuno che il compito venga strettamente correlato all’esigenza di difendere le navi commerciali, dagli eventuali attacchi dei terroristi Houthi.

La misura dell’Unione Europea è decisamente cauta, anche rispetto alla linea adottata da Stati Uniti d’America e Regno Unito, i quali hanno optato per l’attacco diretto alle basi militari in Yemen.

Alcune fonti diplomatiche, hanno rilasciato brevi dichiarazioni nel merito della nuova funzione di sicurezza:” l’idea è che le navi siano in grado di abbattere droni e razzi” e ancora “Non esiste un obiettivo o un’idea di un’operazione come quella che gli americani stanno proponendo nella stessa zona”, anzi “si tratta di un carattere difensivo”.

Non è tuttavia da escludere un contatto con la missione statunitense “Prosperity Guardian”, per un’ eventuale scambio di informazioni tra le parti.

Secondo quanto dichiarato da un’ importante funzionario dell’UE:” Fondamentalmente esistono due modi diversi per fare la missione. Uno di questi richiederà molto più tempo, ossia costruire da zero un’operazione militare, una nuova operazione militare. Quindi stiamo parlando con alcuni Stati membri che fanno parte di un’operazione militare, quella di Agenor nel Golfo. Se le conversazioni danno frutto, l’operazione potrebbe ragionevolmente essere lanciata in un breve periodo di tempo“.

La missione di cui sopra, non sarà ufficialmente un prodotto dell’Unione Europea, ma finanziata con i suoi fondi: a capo di questa impresa ci sarà la Francia, affiancata da Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Grecia, Italia e Norvegia, con il supporto della Germania e del Portogallo.

Agire nella sicurezza degli interessi economici e commerciali, edificando uno “scudo” di protezione attorno alle navi mercantili, è ora più che mai importante, considerando la delicata situazione mediorientale.

L’Italia da sempre partecipa alle missioni di pace: questo però non vuol dire che non sia possibile impegnarsi per neutralizzare gli attacchi di chi prova ad annientare i nostri contatti con gli altri paesi.

Il terrorismo annienta ormai da molto tempo una quantità consistente dei paesi arabi, destabilizzando i piani dell’Europa e dell’ Occidente nell’instaurare relazioni pacifiche e collaborative.

È molto probabile che il piano di queste milizie fondamentaliste stia mirando ad incutere il timore nei confronti delle potenze occidentali, senza prendere in Fondamentale agire contemporaneamente sulla via della cooperazione continentale ed internazionale, finalizzando le proprie azioni nella tutela dei diritti commerciali.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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