“È inaccettabile che un partito della maggioranza organizzi un incontro con un governatore esponente del Partito Comunista Cinese. L’audizione, che il Movimento 5 Stelle aveva provato ad organizzare alla Camera e al Senato in commissione riunite, è saltata grazie all’intervento di Fratelli d’Italia, con il collega Delmastro Delle Vedove. Quella audizione ufficiale era stata annullata, ma i senatori grillini hanno voluto organizzare un altro incontro informale per ripianare allo “sgarbo”. Il vicegovernatore dello Xinjiang rappresenta un regime e un Partito nemici dell’Occidente, uno Stato comunista che opprime il proprio stesso popolo e che è tutto fuorché dialogante. Come fanno dei parlamentari che rappresentano costituzionalmente la Nazione a dialogare con esponenti di quello stesso Partito e di quello stesso regime che impone il credito sociale, spedisce gli uiguri nei campi di rieducazione, sviluppa forme di totalitarismo comunista digitale con il credito sociale e tecnologie sociali come l’eugenetica verso la popolazione uigura. Con la scusa della difesa dei diritti umani, il Movimento 5 Stelle ha trasformato un incontro informale in una riunione di partito: ormai è evidente che rappresentano la quinta colonna del Partito Comunista Cinese. Il presidente Draghi non ha nulla da dichiarare?”
Lo dichiara Federico Mollicone, deputato responsabile Cultura di Fratelli d’Italia e componente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia Italia-Cina.