“Oggi, in Consiglio dei Ministri, abbiamo varato la legge di bilancio, un intervento che mette al centro i cittadini, le famiglie e il rilancio della nostra Nazione. Come avevamo promesso, non ci saranno nuove tasse per i cittadini. Inoltre, rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti. Con questo Governo l’Italia guarda al futuro con una legge di bilancio che mette al primo posto il lavoro e il benessere degli italiani”. L’annuncio è dei migliori, arrivato ieri, in tarda serata, al termine di un Consiglio dei Ministri prolungatosi fino alle 22. Giorgia Meloni lo dice chiaro e tondo: il governo ha rispettato gli impegni presi e, al di là delle polemiche che ogni anno, dopo l’estate, invadono i giornali e preoccupano gli italiani circa la copertura finanziaria del bilancio, non sarà alzata una singola imposta a danno dei contribuenti.
Le misure fiscali
Dunque, malgrado i limiti imposti dal nuovo Patto di Stabilità dell’Unione europea, il governo ha saputo riconfermare con forza le misure degli anni precedenti, che già avevano dato gli effetti sperati: in particolare, la riconferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo e dell’accorpamento delle aliquote Irpef è una buona notizia per milioni di italiani, per milioni di famiglie che, grazie alle misure del governo, hanno giovato di un risparmio oltre i 100 euro mensili. Nella sostanza, si tratta, per quanto riguarda il taglio del cuneo, della riduzione del 7% delle tasse per i redditi sotto i 25mila euro annui e del 6% per i redditi non oltre i 35mila euro annui. La riforma Irpef, invece, riguarda come anticipato l’accorpamento degli scaglioni da cinque ai tre attuali, con l’adeguamento ovviamente alle aliquote più basse. Già nelle due finanziarie precedenti varate da questo governo, entrambe le misure ricoprivano gran parte delle risorse. Riconfermate, dunque, potranno ancora dare una spinta ai consumi e dunque all’economia, riuscendo ad aiutare le famiglie in un periodo in cui l’inflazione stava di fatto mangiando il potere d’acquisto degli italiani. Si legge nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles che il governo ha serie intenzioni di proseguire “il percorso intrapreso per ridurre la pressione fiscale a carico delle famiglie con redditi medio-bassi, conferendo solidità e certezza al sostegno di lavoratori e contribuenti”. La possibilità di allargare i beneficiari del taglio del cuneo fiscale è forte, come spiegato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo: tutto dipenderà dal concordato preventivo biennale, nel senso che se ci saranno “ulteriori risorse potremo lavorare sul secondo scaglione del 35% per venire incontro al ceto medio”.
Famiglia e natalità
Una manovra da 30 miliardi di euro per il 2025 quella varata ieri dall’esecutivo, che diventeranno 35 nel 2026 e 40 nel 2027. Una manovra che, come era oramai già stato annunciando da settimane dagli esponenti del governo, è al fianco degli italiani e non introduce una singola tassa per i cittadini. Importante la sezione dedicata alla famiglia e alla natalità: sono stati riconfermati i congedi parentali, con un miglioramento, come annunciato dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti in conferenza stampa pochi minuti fa, dell’80% da due a tre mesi. Il bonus per gli asili nido è stato riconfermato, come pure l’assegno unico universale, sul quale ci fu una discussione inutile partita da una fake news inventata dai giornali progressisti riguardo la sua presunta eliminazione: l’assegno unico c’è ed è stato anche migliorato, escludendolo dal computo dell’Isee familiare, in modo tale da non far gravare gli aiuti statali ai fini della tassazione. La novità riguarda la cosiddetta “Carta per i nuovi nati”, un bonus di 1000 euro stanziato in favore dei genitori con Isee inferiore a 40mila euro. Inoltre, ha trovato riconferma anche la carta “dedicata a te”, con un ulteriore stanziamento di 500 milioni di euro. Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico: più numerosi i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.
Detrazioni, incentivi e banche
Grande interesse anche per il mondo del lavoro, con particolare riferimento alla misure per le categorie cosiddette deboli: in primo luogo è stato previsto il rinnovo dei contratti di pubblico impiego, specie per gli impiegati del settore sanità. Inoltre, sono stati confermati anche gli incentivi all’assunzione a tempo indeterminato per giovani, lavoratrici, con un’attenzione maggiore per le Regioni del Sud: resta, infatti, anche la decontribuzione per le imprese della Zona economica speciale, la Zes. Anche la tassazione agevolata al 5% dei premi produttività è stata riconfermata, mentre sono previste per l’efficientamento della spesa delle amministrazioni pubbliche.
Per le pensioni c’è il sì sulla rivalutazione piena, dal momento che, ha detto Giorgetti, “il meccanismo di sterilizzazione che era in vigore, non c’è più”. Confermato il taglio del canone Rai già presente lo scorso anno, da 90 a 70 euro. Per quanto riguarda la questione delle accise e dei Sad, “non è contenuta nella legge di bilancio”, ma la rassicurazione del ministro è che non si tratta di “nessuna stangata, è un impegno europeo e sarà gestito in Parlamento attraverso il decreto legislativo”. Fratelli d’Italia ha infine espresso soddisfazione per i 3,5 miliardi di euro che le banche verseranno in favore della sanità. “C’è un significativo intervento su banche e assicurazioni – ha annunciato Giorgetti –: qualcuno lo chiama extraprofitto qualcuno lo chiama contributo, io lo chiamo sacrificio e spero abbiate compreso che cosa intendevo quando ho usato questo termine di cui si è abusato in queste settimane”. Ultima di tante altre promesse mantenute con gli elettori.